Bulgarnò ha salutato don Gianni Cappelli. Il sacerdote: "Mi hanno colpito la densità e la qualità di gente bella e dei rapporti sinceri"

Ultima Messa a Bulgarnò per don Gianni Cappelli che sabato prossimo, 4 novembre, farà il suo ingresso a Mercato Saraceno. Con la Messa delle 16 presieduta dal vescovo Douglas Regattieri nella chiesa di San Damiano, sempre a Mercato Saraceno, don Gianni diventerà a tutti gli effetti parroco nell'Unità parrocchiale mercatese.

Questa mattina don Gianni ha presieduto la Messa a Bulgarnò dove fece la conoscenza della comunità il 31 ottobre di tre anni fa.

Palpabile la commozione durante lo scambio dei saluti, al termine della celebrazione.

Qui sotto pubblichiamo il testo letto da Alex Baiardi a nome della comunità parrocchiale. 

Carissimo don Gianni, il primo atteggiamento che presentiamo a Dio portiamo a te è quello della gratitudine, grati che ci sei stato e come ci sei stato.

Sei arrivato nella nostra unità parrocchiale tre anni fa esattamente il 26 ottobre a Gambettola, il 31 ottobre la tua prima Messa qui a Bulgarnò accompagnato da don Zimmè, che ti ha presentato alla comunità. Ordinato sacerdote da poche settimane, qui la tua prima esperienza concreta del vivere il tuo ministero sacerdotale, ricordiamo l' emozione delle tue prime Messe, le tue omelie corte, semplici e attuali, ma anche i tuoi primi sbagli o dimenticanze…e dicevi con tutta la tua umiltà: "sono prete, ma devo ancora imparare a celebrare Messa".

In questi tre anni, caro don Gianni, quanta strada fatta insieme come popolo di Dio e chissà quanta ne riserverà il futuro perché sicuramente avremo ancora modo di stare insieme. Non sei stato solo il prete che il vescovo ha mandato perché ce n'era bisogno, sei diventato piano piano anche "un amico" che ci ha fatto vivere la bellezza e la gioia di stare con Gesù attraverso la concretezza della vita. Ci hai richiamato quando sbagliavamo ed anche quando eravamo chiusi nel nostro "campanilismo".

Grazie perché hai creato rapporto e hai accolto tutƫi, sia quelli che vanno in chiesa, sia quelli che non vanno in chiesa. Sei stato il prete di tutti e questo l’abbiamo visto ogni volta che finito di celebrare Messa, quando potevi, si andava nel circolo a prendere il caffè o ci si fermava nel piazzale a fare due chiacchere, perché volevi conoscere il paese, le persone, e quello che accadeva. E quando una famiglia ti invitava a casa loro per un pranzo o una cena non hai mai rifiutato un invito, anche questo è essere chiesa!

Grazie don per aver costruito un pezzo di storia della parrocchia di Bulgarnò, ma anche un pezzo di storia delle nostre vite, delle nostre famiglie. Grazie per averci aiutato a vivere sempre di più l’unità tra le tre parrocchie. Grazie per la tua paternità sempre discreta e attenta a tutto e a tutti, dai bambini agli anziani. Grazie per aver obbedito al vescovo andando a Mercato Saraceno.

Ti affidiamo e preghiamo Maria Assunta in cielo perché ti custodisca. Vogliamo salutarti con una frase di Sant' Agostino "l'amicizia è così vera e così vitale che al mondo non si può desiderare niente di più Santo e vantaggioso". Sì, per noi sei stato e sarai don Gianni sacerdote che è stato a Bulgarnò ma anche amico. Ti consegniamo un pensiero che se vorrai appenderai nelle parete della tua nuova canonica, così ti ricorderai di noi, e una busta…. e come direbbero i nostri nonni "amaracmand duvri ben".

Ti chiediamo don, di ricordarci nelle tue preghiere e noi ti ricorderemo nelle nostre.

Don Gianni, in risposta, ha detto: "Mi ha colpito la densità e la qualità di gente bella, dei rapporti sinceri, familiari, improntati al vivere. Si percepisce forte il senso di comunità. Si sente il lavoro dei preti passati di qui e di un'appartenenza fondata sul signore. Mi sono sentito accolto e stimato come prete, fratello, amico, figlio e nipote. Sono nati rapporti che vanno oltre. Non perdiamoci di vista, Mercato Saraceno è lontano, ma non è così lontano".

Poi è seguito un momento di festa insieme, all'esterno della chiesa parrocchiale. 

Il momento dei saluti a don Gianni Cappelli, a Bulgarnò. Foto di Marco Paolucci