società
Chiusure e aperture domenicali. A confronto le ragioni del sì e del no. Ieri si è svolto il dibattito promosso dal nostro giornale
Buon senso ed equilibrio per cercare una soluzione buona per tutti. Può costituire un punto di partenza su cui ragione insieme
Nel 2009 fu presentata al sindaco Lucchi una petizione in cui 1087 cittadini chiedevano di rivedere la norma che consentiva l'allargamento delle aperture degli esercizi commerciali nei giorni festivi. Poi arrivò il governo Monti e il decreto "salva Italia" che liberalizzò completamente il commercio.
Da allora il mondo è cambiato in maniera radicale, ma il tema rimane quanto mai attuale. Ieri pomeriggio il nostro giornale ha chiamato a confrontarsi le ragioni del sì e del no alle chiusure/aperture nei giorni festivi. Coordinati dal nostro direttore Francesco Zanotti, hanno dialogato l'avvocato Roberto Iacuzzi in rappresentanza dei cittadini che firmarono quella petizione di 9 anni fa, il sindaco di Cesena Paolo Lucchi, il sindacalista Gianluca Bagnolini, il presidente della Confcommercio cesenate Augusto Patrignani e l'amministratore delegato di Cia/Conad Luca Panzavolta.
Del confronto daremo conto sul primo numero del 2019 del Corriere Cesenate in uscita il 10 gennaio. In sintesi si può dire che, al di là di posizioni ideologiche che non si sono manifestate in nessun intervento, la sintesi compiuta da Patrignani all'insegna del buon senso e dell'equilibrio, con il rispetto delle persone e della possibilità per le aziende di produrre profitto per sopravvivere, espandersi e creare posti di lavoro, può costituire il punto di partenza per trovare una soluzione che parta dalla realtà.
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