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Coronavirus e sanità. Il consigliere Castagnoli (Cambiamo) si interroga su un nuovo protocollo dell'Asl: "I medici si dovranno occupare della selezione della cura?"

"Il rischio concreto è che i medici debbano occuparsi della "selezione" della cura, abbandonando proprio i più anziani e i più fragili. È questo quello che dovremmo aspettarci da un territorio che vanta la sanità migliore d'Italia?", scrive ancora il consigliere comunale

Nella foto il consigliere comunale della lista Cambiamo, Enrico Castagnoli

"È di martedì 7 aprile il documento della Direzione sanitaria dell'Asl Romagna denominato "Istruzione operativa per l'individuazione precoce e gestione del paziente con sospetta malattia da nuovo Coronavirus (Covid-19)", in cui si indicano le linee operative per intervenire sui pazienti Covid-19". Rende note queste nuove istruzioni operative assunte dalla nostra azienda sanitaria della Romagna il consigliere comunale della lista "Cambiamo" Enrico Castagnoli in un comunicato alla stampa oggi pomeriggio. 

"Con grande perplessità e preoccupazione - aggiunge Castagnoli - si apprende che, nel documento, parlando dei criteri di accesso alla terapia intensiva, la Direzione sanitaria scrive che "in una situazione come quella attuale, che configura una vera maxi-emergenza con 

sproporzione tra le necessità e le risorse disponibili, un utilizzo inappropriato delle risorse non sarebbe etico e rappresenterebbe un danno grave per la Collettività", affermando poco dopo che "NON verranno sottoposti a ventilazione artificiale invasiva né ricoverati in Rianimazione pazienti con almeno una delle seguenti caratteristiche", indicando di seguito numerose categorie di persone.

Tra queste gli anziani con più di 80 anni di età, oppure i pazienti tra 70 e 80 anni con comorbilità rilevanti, o ancora pazienti con patologie oncoematologiche attive, senza tuttavia specificarne la gravità né evidenziando le elevate possibilità di guarigione alla loro patologia o lungosopravvivenza di questa categoria di pazienti", fa notare lo stesso consigliere.

Poi Castagnoli pone delle domande. "Questa specificità di intervento è omogenea nel territorio nazionale? O si tratta di una iniziativa del nostro territorio? In quale stato di reale sofferenza si trovano le terapie intensive dell'Asl Romagna per giustificare un siffatto provvedimento? E inoltre questa selezione di accesso, che spazio lascia alla valutazione del medico e alla dimensione collegiale ed esperienziale che sempre deve accompagnare una decisione di questo tipo?

Che poi aggiunge: "così facendo il rischio è di sostituire la freddezza deterministica di una regola alla sensibilità e professionalità dei medici. Questa grave prospettiva operativa va ad aggravare il quadro complessivo in cui opera il personale sanitario: dopo il rimprovero dei vertici dell'Azienda per mezzo scritto nei confronti del personale dissenziente, dopo la carenza registrata da molti operatori sanitari riguardanti gli insufficienti dpi, ora il rischio concreto è che i medici debbano occuparsi della "selezione" della cura, abbandonando proprio i più anziani e i più fragili. È questo quello che dovremmo aspettarci da un territorio che vanta la sanità migliore d'Italia?"

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