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Coronavirus. Una dottoressa del "Bufalini": "Mi sembra di vivere in un film. All’interno di una situazione anomala. Ma poi mi dico che è tutto vero e allora vado avanti con l’aiuto del Signore"

“Ci vogliono le protezioni idonee per tutti – aggiunge -. Per continuare a lavorare e poter curare i pazienti che arrivano da noi”

Il Pronto soccorso dell'ospedale "Bufalini"

“Le altre patologie non sono sparite. Sono poche, ma ci sono. Bisogna rispondere alle visite urgenti”. Mette anche questo in conto un medico in servizio al “Bufalini” che racconta di questi giorni in trincea contro il Coronavirus. “Ci vogliono le protezioni idonee per tutti – aggiunge -. Per continuare a lavorare e poter curare i pazienti che arrivano da noi”.

Dottoressa, che mi dice?

Le dico che ero impegnata in Medicina e ora sono in Medicina Covid, reparto aperto solo da quattro giorni, dove ci sono i ricoverati con infezioni da Coronavirus. Il contagio si sta ampliando anche da noi. Dopo i primi due corridoi dedicati a questi nuovi ammalati, da ieri sera è stato allestito anche il terzo perché i casi stanno aumentando. Cerchiamo di fare turni di sei ore e di 12 durante la notte, ma tutto questo è relativo perché ci si ferma sempre di più per aiutare i colleghi che entrano in servizio. Ora so che un collega ha la febbre e quindi non sappiamo se verrà sostituito. Mentre prima in reparto eravamo in due o tre, ora siamo o da soli o in due al massimo. Comunque si cerca di mantenere un minimo di presenza. So che dovrebbero arrivare nuovi colleghi in nostro aiuto.

E’ vero che non avete i presidi sufficienti per proteggervi?

Cerchiamo di usare quelli più protettivi. Spesso usiamo due mascherine chirurgiche, una sull’altra: quella con la visiera e una semplice. Quando siamo con pazienti con sintomi chiari, usiamo quelle più protettive che tutti ormai conoscono, le ffp2 e le ffp3. E poi indossiamo il camice protettivo, sempre.

A suo avviso mancano per voi?

Non le so dire se mancano. Io vedo che ci sono e noi le usiamo secondo le istruzioni che abbiamo ricevuto.

Avete timori per la vostra salute?

Certamente. Abbiamo a che fare con tutte persone infette, ma cerchiamo di non pensarci. Dobbiamo prendere precauzioni e dobbiamo stare molto attenti anche a quando ci spogliamo, secondo una certa procedura.

Ha paura?

Dobbiamo fare in modo che la paura non si trasformi in panico. Siamo chiamati ad andare avanti con serenità pensando in particolare ai pazienti che sono soli.

E la sua famiglia?

In casa stiamo vivendo una semi quarantena. Non dormo con mio marito e sto a debita distanza da lui e dai miei figli. E’ una situazione che pesa questa, in un quadro già di per sé complicato.

Con che animo si reca in ospedale?

Vivo alti e bassi. Mi sembra di vivere in un film. All’interno di una situazione anomala, quasi surreale. Ma poi mi dico che è tutto vero e allora vado avanti con l’aiuto del Signore.

Come si immagina le prossime giornate?

Non le vedo belle, nonostante il sole di questi giorni. Noto quello che abbiamo attorno: non ne siamo fuori. I casi cresceranno ancora.

Infine?

Mi faccia aggiungere, e ci tengo, che il personale è stato bravissimo nel trasformare un reparto di Medicina in uno dedicato alle infezioni. Tutti hanno lavorato sodo. Nessuno si è tirato indietro, come sempre accade nelle emergenze. E come è accaduto ora. Anche i chirurghi hanno cambiato parte della loro attività. Tutti si sono in un certo senso “convertiti”, per il bene dei pazienti che ci vengono affidati.

 ################ aggiornamento delle 18,45

La dottoressa ha fatto sapere poco fa che i turni in ospedale sono tutti di 12 ore. Da oggi. 

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