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scuola e solidarietà

"Da solo non basto", il ventennale della Comitiva

L'intervento di Silvio Cattarina fondatore della comunità "L'imprevisto"

Giovanni Fedi e Silvio Cattarina

L’associazione “La Comitiva”, centro gratuito di aiuto allo studio per alunni delle scuole superiori, ieri, lunedì 11 dicembre, all'interno del teatro parrocchiale di San Rocco ha proposto un momento di dialogo e di festa in occasione del ventennale della sua presenza a Cesena. La presidente, Giovanna Fedi, dopo aver letto un saluto del nostro vescovo Douglas Regattieri, impossibilitato a partecipare, ha raccontato come dal 2003 l’associazione si è costituita a Cesena in collegamento con la rete di Portofranco nata a Milano da don Giorgio Pontiggia e che oggi conta 40 centri in Italia, autonomi ma uniti dallo stesso metodo educativo: la gratuità dei volontari e la libertà dei ragazzi, che personalmente domandano un aiuto sullo studio.

Recentemente, nel 2022, il presidente Mattarella ha insignito Alberto Bonfanti, attuale presidente di Portofranco, del titolo di “ufficiale dell’Ordine del merito della Repubblica italiana”, riconoscendo la dignità sociale e civile di tutti i centri che offrono aiuto gratuito ai ragazzi.

Proprio dal rapporto coi ragazzi però emergono da loro tanti aspetti di disagio, passività e rinuncia: qual è il bisogno profondo che hanno e come fare loro una vera compagnia? Sono state queste le prime domande poste a Silvio Cattarina, psicologo e sociologo, fondatore della comunità “L’imprevisto”, che accoglie ragazzi con devianze e tossicodipendenze. La risposta ha messo l’accento sul cuore degli educatori: i ragazzi, è vero, non sanno per chi vivere, perché vivere, cosa è la realtà e l’adulto, pur con tutti i suoi limiti, è chiamato a testimoniare, in tanti modi, il valore della vita, la bellezza e la grandezza della realtà. Se i ragazzi vedono adulti innamorati della vita e di Dio sicuramente gli vanno dietro.

La vera autorità è quella che aiuta a crescere e l’insegnante è colui che lascia un segno. Con esempi tratti dalla sua esperienza più che quarantennale di educatore (iniziata proprio qui a Cesena come collaboratore di don Dino Cedioli) Cattarina ha testimoniato che la prima responsabilità di chi educa è amare la vita, allargare il proprio cuore per incontrare l’io dei ragazzi. Poi le parole, la creatività, le modalità verranno.

Sono emerse altre domande da genitori, insegnanti e… nonni: il filo conduttore delle risposte è stato proprio la passione di Silvio nel richiamare che gli adulti possiamo essere fragili, ma non può venire meno la certezza che la vita non è una performance, ma un grido e che il vero amore per  i  giovani non è solo l’affetto, ma chiamarli ad un compito, che è lo stesso nostro: preoccuparci di amare la vita, avere un cuore che combatte, ma che sa vedere e che aiuta il giovane a vedere che la vita non è mai sconfitta, che Dio non verrà mai meno. E il metodo fondamentale è dire a chi hai davanti: “Comincia adesso con me. Io posso aiutarti a costruire le due più brevi e belle parole del mondo: Sì e io. Si può sempre ripartire e io a te ci tengo.

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