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Di Giacomo in prima nazionale al San Biagio con "Io sono mia moglie"

Una vita passata ad affermare il proprio io, passando per la dittatura nazista, quella comunista dell’Est e gli assalti dei naziskin nella Germania federale. La vita di Charlotte Von Mahlsdorf, morta nel 2002 a 74 anni, ha dell’incredibile e non stupisce che abbia colpito l’immaginario di Michele Di Giacomo

Io sono mia moglie foto © Matteo Toni (5)

Una vita passata ad affermare il proprio io, passando per la dittatura nazista, quella comunista dell’Est e gli assalti dei naziskin nella Germania federale. La vita di Charlotte Von Mahlsdorf, morta nel 2002 a 74 anni, ha dell’incredibile e non stupisce che abbia colpito l’immaginario di Michele Di Giacomo.

L’attore e regista cesenate ha cullato per sette anni il sogno di portare in scena questa storia, prodotta dalla Fondazione Ert, che debutterà in prima nazionale sul palco del San Biagio l’8 giugno alle 21.

Inserito nel cartellone del Bonci, lo spettacolo è stato pensato per un ambiente più raccolto e per rispettare le norme anti Covid garantirà solo 38 posti a rappresentazione (più due carrozzine). Per questo sono state previste ben 11 repliche, tutti i giorni fino al 20 giugno (eccezion fatta per lunedì 14).

L’opera teatrale è un adattamento dello stesso Di Giacomo, che dirige e interpreta lo spettacolo, del testo premio Pulitzer 2004 “Io sono mia moglie” di Dought Wright.

In 90 minuti di monologo, Di Giacomo metterà in scena una trentina di personaggi, concentrandosi sull’intervista dello sceneggiatore Wright a Charlotte, registrata a puntate su nastri magnetici.

Lo spettatore entrerà così a contatto con la storia di un ragazzo nato nel 1928, Lothar Berfelde, che da adolescente comincia a vestire i panni della zia, sentendosi a suo agio solo in abiti femminili. Invitato a porre fine a quel “gioco” e a sposarsi, Lothar affermerà “io sono mia moglie”, scegliendo di chiamarsi Charlotte. Da allora comincia una vita da travestito, riuscendo a sfuggire alle SS naziste prima e alla repressione delle autorità della Ddr poi (i comunisti distruggeranno il bar per omosessuali che aveva aperto accanto al suo museo d’antiquariato). Al crollo del muro di Berlino, con successiva riunificazione tedesca, Charlotte sperimenterà poi l’odio dei naziskin, che la spingeranno a scappare in Svezia.

Una rappresentazione in prima assoluta per l’Italia, che dopo Cesena sarà replicata a Modena per due settimane: “Mi auguro che questo spettacolo, una storia di coraggio, di identità e di libertà, possa andare avanti per anni e anni” ha affermato Di Giacomo incontrando la stampa.

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