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Diverbi in zona stazione. Coinvolto suo malgrado. Il racconto

Le parole di Elvis Canini, informatico di 49 anni, residente a Ponte Pietra

(foto archivio)

"Sono due notti che non dormo". Lo dice Elvis Canini, 49 anni, residente nella frazione di Ponte Pietra, di professione tecnico informatico per la Gls che ha gli uffici in fondo a viale Europa. "Non ha alcun timore di mettere nome e cognome - aggiunge al telefono, dopo aver inviato una email in redazione -. Sono la persona più tranquilla del mondo".

Veniamo ai fatti che sarebbero accaduti, stando al racconto di Canini, uno che passa spesso dalla zona stazione, anche in bicicletta, appunto perché lavora poco lontano.

Mercoledì scorso, poco dopo le 18 Canini esce dall'ufficio e si avvia verso la stazione dove l'avrebbero recuperato i genitori perché la batteria della sua auto aveva ceduto. Davanti alla farmacia che si trova poco prima di corso Cavour ci sono  due gruppi di persone che discutono, ma ai quali Canini non fa troppo caso, visto che indossa le cuffie. Incuriosito, dopo averle tolte, sente che parlano in lingua straniera.

"Dopo pochi minuti - dice - mi sono ritrovato davanti una Renault Clio grigia dalla quale è sceso un uomo che mi ha aggredito verbalmente". Questa persona si è identificata come "forze dell'ordine", senza mostrare tesserini. Un collega è rimasto in auto. Le espressioni usate non sarebbero state le più gentili.

Canini, stando al suo racconto, verrebbe accusato di fare parte di quei due gruppi coinvolti nell'acceso diverbio. "A quel punto - prosegue Canini nel racconto - segue un vero e proprio interrogatorio. Ho cercato di fornire il numero di telefono del mio posto di lavoro, in modo da poter controllare che ero appena uscito. Ho chiesto di verificare il mio zaino dove c'erano il pc e altri documenti che potevano confermare quanto da me detto. Poi ho chiesto a chi avevo di fronte di identificarsi. A quel punto è risalito in auto e se ne è andato".

Canini ha deciso di contattarci per far conoscere quanto accaduto, "un fatto assurdo per una persona normale, appena uscita dal lavoro. Se questa è la sicurezza che riceviamo, vi posso garantire che non mi sento per nulla sicuro".

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