riflessione a cuore aperto
Dopo il dramma di ieri mattina, una lettera per i familiari, per i giovani, per tutti noi
Scrive al direttore lo psichiatra infantile Francesco Ciotti: "Solo condividendo il dolore si può coltivare la speranza"
Caro Francesco, lo so, il dolore è indicibile per la perdita di una giovane vita. Il silenzio ci pare l'unica risposta possibile e che rimanga il non detto. Eppure invece è proprio quando il dolore è più grande che l'uomo ha bisogno di parlare, di condividere la sofferenza, di capire anche se non può capire, di trovare nelle parole e nell'abbraccio dell'altro il solo aiuto possibile per quel che è successo e perchè non succeda. Nella vita, ciascuno di noi ha trovato e troverà sulla strada tappe dolorose, come Cristo ci ha insegnato, che ti tolgono il fiato e che ti fanno augurare la morte. Ne usciamo ogni volta con la forza straordinaria dell'umiltà che ci fa chiedere aiuto al nostro prossimo, la famiglia, gli amici, un prete, un dottore, che ci allunga il mantello. Ciascuno di noi ha sempre vicino una persona capace di curare la ferita, che marcisce se ti chiudi in te stesso. Se poi abiti a Cesena e sei proprio disperato (a chi non capita mai?) prendi via del Monte e sali all'abbazia benedettina. Nei giorni sereni straordinaria di lassù è la vista del mondo. Nei giorni di foschia o comunque, se vuoi, entra in chiesa e guarda vicino all'altare gli ex voto. Quanti sfuggiti alla malattia e a morte sicura ringraziano la Madonna di essere tornati alla vita! Allora, se pure talora interrotta da dolori imprevisti, la vita ti sembrerà meravigliosa. Perchè solo condividendo il dolore, si può coltivare la speranza.
Ciao.
Francesco Ciotti
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