Cesena
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scuola e non solo

Educare per introdurre alla realtà

La pedagogia di don Luigi Giussani, riferimento per la missione educativa di oggi. Una serata al palazzo del Ridotto. "I ragazzi vogliono essere stimati"

Nella foto di Pier Giorgio Marini, un momento della serata al palazzo del Ridotto, mercoledì 6 dicembre 2023

Educazione, istruzione, scuola e realtà. E soprattutto passione educativa. Di questo si è parlato nei locali del Palazzo del Ridotto di Cesena, mercoledì 6 novembre. L'occasione è stata fornita dalla presentazione del libro “Introduzione alla realtà totale. Saggi sul pensiero pedagogico di Don Giussani” edito da Rizzoli. (Foto e video nel pezzo a lato)

L’appuntamento è stato organizzato dal Centro culturale “Campo della stella”, e si è sviluppato sugli interventi di Elena Ugolini, responsabile generale delle scuole "Malpighi" di Bologna, Giovanni Zanotti - ex studente delle scuole del Sacro cuore di Cesena e da pochi mesi docente di storia e filosofia del Liceo di Carate Brianza, e Carmine Di Martino dell’università Statale di Milano.

Monsignor Luigi Giussani è stato docente e teologo italiano, fondatore del movimento Comunione e Liberazione. Milanese di origine, considerato uomo di forte magnetismo, negli anni ‘60 e ’70 è riuscito a promuovere un suo “metodo pedagogico”, ispirato allo sviluppo dell’individuo nel pieno rispetto delle proprie naturali attitudini.

L’incontro ha affrontato il tema educativo attraverso la visione pedagogica da lui proposta. L’approccio ha aperto una riflessione circa i motivi per cui il sistema dei giorni nostri mostri ogni giorno l’incapacità di accompagnare i giovani verso una formazione personale solida e robusta. Dopo quasi vent’anni dalla sua morte, l’azione di don Giussani rappresenta ancora oggi un riferimento molto importante sul tema formativo: “fondamentale è costruire e promuovere un’educazione che rispetti i fattori originali dell’essere e della persona”.

Facendo riferimento alla sua personale esperienza di vita, Elena Ugolini ha aperto il tavolo dei relatori, esprimendo la forza dell’incontro da lei fatto con il sacerdote.

“I docenti oggi sono molto preoccupati di dover macinare il programma - ha fatto presente la preside - ma Giussani è stato capace di essere protagonista in prima persona delle lezioni che svolgeva con i suoi ragazzi, e al tempo stesso li rendeva protagonisti attraverso esempi reali e domande a loro dirette. Lui arrivava al cuore dei giovani. Guardava in faccia chi aveva davanti, e mentre parlava si capiva che lui vedeva ciò che diceva con gli occhi interiori”.

“La scuola oggi sta vivendo una crisi incredibile – ha continuato la Ugolini –  perché al suo interno propone paradigmi educativi tra loro contrastanti. Chi ne fa le spese sono bambini e ragazzi che, al contrario, hanno bisogno di qualcuno che dia loro la possibilità di costruire una strada chiara. Un esempio di questo ce l’ha dato il periodo covid: ci siamo accorti che l’uomo è fatto di relazioni e di abbracci. L’educazione nasce sempre da una relazione umana, che implica la presenza dell’uomo. Una scuola senza relazione sarebbe un delitto. Oggi ne paghiamo le spese”.

Di fronte alle sfide del terzo millennio, la relatrice ha evidenziato come la filosofia educativa di Giussani può essere un’importante chiave di volta per tutti, e non solo per chi è guidato da un pensiero cristiano. Avere “capacità di incontro e di relazioni” è il centro dell’intuizione e della genialità di don Giussani. Tornare a un senso religioso è importante perché lì esiste una concezione dell’essere e dell’incontro con Cristo nella vita, che è alla radice della pedagogia. Oggi le teorie pedagogiche hanno il limite di “addestrare” ma non “accendono i motori interiori dell’uomo”, non lo aprono al desiderio e alla curiosità di mettersi in gioco in prima persona.

“Educare non è orchestrare, trasformare chi ho davanti, o riempirlo di qualcosa che voglio io. Educare è far entrare l’uomo nel grande giardino dell’Essere", questa è un'altra delle espressioni usate dalla Ugolini per presentare il pensiero di don Giussani sull'educazione. 

Diversamente dalla prima relatrice, Giovanni Zanotti sulla sua strada non ha incontrato personalmente Giussani. L’intervento del giovane prof ha trasmesso la forza e la potenza che in lui ha suscitato l’incontro con i giovani del movimento di Comunione e Liberazione. Ha spiegato, infatti, l’importanza di aver coltivato relazioni personali forti, capaci di comprendere e appagare le aspirazioni del proprio “sé”. Le parole chiave del suo percorso di crescita personale e professionale sono “pietà” e “misericordia”. “Nei primi mesi di insegnamento, stando di fronte ai ragazzi ho trovato un enorme bisogno di presenza, ossia di qualcuno che li stimasse, che fosse capace di rapportarsi con il prossimo, e che non li proteggesse in maniera quasi asfissiante, ma che li lanciasse con coraggio nella vita”. Ha continuato Zanotti “i ragazzi se li tratti da grandi, se raggiungi la loro stima, se ne accorgono e sentono un appello alla libertà umana. L’emergere dell’umano con Dio stimola i ragazzi a scoprire sé stessi. Io stesso quel dono l’ho prima ricevuto, e poi l’ho voluto restituire decidendo di intraprendere la strada dell’insegnamento: volevo trasmettere al prossimo la mia esperienza positiva di vita”.

“Il rischio educativo” è uno dei libri più noti scritti da Luigi Giussani negli anni ’70, ha spiegato Carmine Di Martino, si tratta del testo dove l’autore più si concentra sulla “proposta” e sul “metodo” educativo sviluppato.

“Educare è costruire e formare personalità autonome, consistenti e capaci di senso critico. L’educazione scolastica pecca della mancanza di verifica circa l’effettiva funzionalità dell’insegnamento. Questa mancanza deriva dal fatto che l’educatore dovrebbe accettare di mettersi in gioco prima di tutto personalmente”. Poi ha proseguito Di Martino: “Sia il genitore che l’educatore devono lasciare libertà al ragazzo, amare educandolo, non temere le critiche. Se non educhiamo l’umano all’umano, tutti i contenuti che trasmettiamo sono come vernice. Servono vere autorità, ossia figure capaci di promuovere la crescita umana facendo emergere i fattori umani naturali, realizzando così la massima felicità personale”.

Quindi un'ultima parola finale: esiste una connessione forte tra l’educazione all’umano e l’educazione alla fede: così ripensata, l’educazione oggi dovrebbe essere una vera e propria urgenza.

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