Politica
Enzo Lattuca nel Comitato europeo delle regioni a Bruxelles
Si tratta di un organo consultivo dell’Unione europea
La Provincia di Forlì-Cesena fa sapere che il suo presidente, il sindaco di Cesena Enzo Lattuca, entra a far parte del Comitato europeo delle regioni a Bruxelles, l’assemblea dei rappresentanti locali e regionali dell’Unione europea che consente agli enti substatali di intervenire a livello europeo.
Con il suo primo incontro di oggi Lattuca, come unico rappresentante della Regione Emilia-Romagna, rende noto di aver preso parte ai lavori della Commissione politica economica (Econ) che coordina il contributo dei suoi membri su questioni relative alla politica economica e industriale, quali la politica in materia di concorrenza e aiuti di Stato, gli appalti pubblici, la politica per le Pmi e l’imprenditorialità, la governance economica e il semestre europeo, gli obiettivi di sviluppo sostenibile (Oss), il mercato interno e il mercato unico digitale.
"Ringrazio l’Unione delle province d’Italia e il presidente della provincia di Lucca Luca Menesini, di cui sono membro supplente, per avermi dato questa importante opportunità", commenta Lattuca.
Il Comitato europeo delle regioni, di cui è entrato a far parte Lattuca, è un organo consultivo dell’Ue composto da rappresentanti eletti a livello locale e regionale provenienti da tutti i 27 Stati membri. L’organismo esprime pareri formali sulle norme dell’Ue che incidono direttamente sulle regioni e sulle città. La Commissione europea, il Consiglio dell’Ue e il Parlamento europeo devono consultare il Comitato quando elaborano norme in settori che riguardano l’Amministrazione locale e regionale come la sanità, l’istruzione, l’occupazione, la politica sociale, la coesione economica e sociale, i trasporti, l’energia e i cambiamenti climatici. Una volta ricevuta una proposta legislativa, il Comitato delle regioni elabora e adotta un parere e lo comunica alle pertinenti istituzioni dell’Ue.
La delegazione italiana è formata da 24 membri e da 24 supplenti nominati in accordo dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome, dall’Associazione nazionale comuni italiani (Anci), dalla Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle regioni e delle province autonome e dall’Unione delle province d’Italia (Upi).
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