Cesena
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No al fascismo

Il coraggio e il ricordo dei 12 docenti che dissero no

No al fascismo. Il sindaco Lattuca: "Non confondiamo"

Foto Sandra&Urbano

 “Il ricordo è un esercizio necessario e se tra poco entrerò in aula a insegnare le derivate non posso dimenticare che lo faccio da docente libero perché 90 anni fa qualcuno non si è piegato, preservando la fiammella del libero pensiero. Dobbiamo trasmettere tutto questo agli studenti”.

Con queste parole stamane nel cortile del Campus - dove si erge una targa dedicata nel 2018 dal Comune ai Docenti universitari  che non si piegarono al fascismo  - il presidente di Campus Massimo Cicognani ha aperto la cerimonia in ricordo dei dodici docenti che all’inizio dell’anno accademico 1931-32, quando 1.225 professori universitari furono invitati a firmare un modulo con il quale avrebbero giurato fedeltà al regime fascista, non si piegarono all’imposizione  perdendo in questo modo la cattedra e il diritto alla liquidazione e alla pensione. Erano Ernesto Buonaiuti (1881-1946), Storia del cristianesimo, Università di Roma, Mario Carrara (1866-1937), Antropologia criminale e Medicina legale, Università di Torino, Gaetano De Sanctis (1870-1957), Storia antica, Università di Roma,  Giorgio Errera (1860-1933), Chimica, Università di Pavia, Giorgio Levi Della Vida (1886-1967), Lingue semitiche, Università di Roma, Fabio Luzzatto (1870-1954), Diritto civile, Università di Macerata, Piero Martinetti (1872-1943), Filosofia, Università di Milano, Bartolo Nigrisoli (1858-1948), Chirurgia, Università di Bologna, Francesco Ruffini (1863-1934), Diritto ecclesiastico, Università di Torino, Edoardo Ruffini Avondo (1901-1983), Storia del diritto, Università di Perugia, Lionello Venturi (1885-1961), Storia dell'arte, Università di Torino e Vito Volterra (1860-1940), Fisica matematica, Università di Roma.

Oggi, 90 anni dopo, nell’ambito delle iniziative intitolate “Ci fu chi disse no” organizzate da Anpi per ricordare quel coraggioso atto di resistenza, docenti, studenti e amministratori si sono raccolti in quella corte, per rinnovare il ricordo.

“Dodici potrebbero sembrare pochi – ha detto il sindaco Enzo Lattuca – ma non lo sono, in quegli anni in cui il consenso al fascismo era all’apice e in conto c’era l’espulsione dall’ambiente accademico. Questo apre una riflessione sull’attualità di questi fatti, penso a quanto si è verificato a Roma la settimana scorsa che non ci lascia insensibili. Sono certo che quei tempi non torneranno perché gli antidoti che abbiamo oggi sono diversi rispetto a quelli che offriva allora lo Statuto Albertino. Però un po’ di preoccupazione c’è e la guardia rispetto ad un ritorno alla soppressione della libertà va tenuta alta”. Il sindaco ha poi voluto precisare “anche se potrebbe sembrare un’excusatio non petita, i comizi in piazza di studenti o docenti che non possono frequentare l’università a causa del green pass, mi fanno dire: non confondiamo. Quella di oggi è una questione di responsabilità, un contributo alla salute pubblica che nulla ha a che vedere con l’imposizione di uno stato dittatoriale". Dall’assessore regionale all’Università Paola Salomoni un richiamo al “rapporto tra scienza e politica, complesso e ancora oggi non del tutto sciolto”. La celebrazione, impreziosita dall’intensa lettura di alcuni scritti che motivano il fermo rifiuto al giuramento da parte dei dodici docenti a cura di Giacomo Garaffoni di We Reading, si è conclusa con le parole di Miro Gori di Anpi Forlì-Cesena. “Questi dodici eroi riscattano il ruolo degli intellettuali italiani e dell’Accademia che non sempre, come ci insegna Gramsci, sono stati in contatto con il popolo. Questi dodici uomini si sono opposti alla dittatura, agendo in assoluto isolamento fisico e morale. Il loro coraggio, a freddo e non dovuto all’impulso dell’adrenalina che spinge un soldato al fronte, ci rappresenta, non solo come intellettuali ma come popolo italiano tutto”.  

Tra i 12 docenti che si opposero al giuramento di fedeltà al fascismo c’era anche il chirurgo romagnolo Bartolo Nigrisoli, che divenne per il fascismo un avversario oltre che scomodo anche intoccabile, perché gli infiniti atti di generosità verso i bisognosi del suo aiuto e gli ammalati poveri gli avevano creato una larga e favorevole base popolare e perchè godeva della massima considerazione in campo medico e scientifico.

Qui sotto la photogallery della cerimonia a cura di Sandra&Urbano fotografi

I 12 docenti che dissero no

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Il coraggio e il ricordo dei 12 docenti che dissero no
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