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Il riuso dell’acqua depurata in agricoltura, progetto sperimentale al depuratore di via Calcinaro

In attesa del 22 marzo, Giornata mondiale dell'acqua

Il riuso dell’acqua depurata in agricoltura, progetto sperimentale al depuratore di via Calcinaro

Per due anni al depuratore di via Calcinaro a Cesena è stato sperimentato il riutilizzo di acqua depurata con 120 piante di pesco e pomodoro, grazie al progetto di ricerca Valorizzazione di acque reflue e fanghi in ottica di economia Circolare e simbiosi industrialeportato avanti con il coordinamento di Enea, con cui è appena stata firmata una lettera di intenti che ne continua la collaborazione. Nell’impianto cesenate, fa sapere Hera in vista della Giornata mondiale dell'acqua che si celebra il 22 marzo, è stato realizzato un prototipo di centralina smart automatizzata, programmata in modo da garantire l’attivazione di pompe, elettrovalvole e di dispositivi per l’irrigazione e fertilizzazione delle piante, in funzione del fabbisogno idrico delle colture e dei nutrienti già presenti nelle acque depurate, garantendo così il monitoraggio e il controllo in continuo della qualità delle acque depurate per il loro riutilizzo.

Visto il successo della sperimentazione, per la prossima stagione estiva prosegue anche l’accordo, deliberato dalla Giunta regionale e operativo e dal 3 agosto 2022, fra Hera, Consorzio di Bonifica della Romagna e Atersir grazie al quale il Consorzio avrà la possibilità di prelevare fino a 6 milioni di metri cubi di acqua depurata, risparmiando così le acque del Canale Emiliano Romagnolo alimentato dal Po.

Ai primi posti a livello nazionale nel ciclo idrico integrato per volumi d’acqua fornita, con oltre 3,6 milioni di cittadini serviti in circa 230 comuni, il Gruppo Hera gestisce dal prelievo alla potabilizzazione e distribuzione, dai sistemi fognari fino alla depurazione. Solo in questo ambito, ha investito mediamente oltre 130 milioni all’anno (circa 65 euro pro capite, contro una media italiana di 46), adottando soluzioni tecnologiche innovative che consentono di tutelare e rigenerare, ove possibile, la risorsa in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030.

Nel nuovo piano industriale, che prevede investimenti complessivi per più di 4,1 miliardi di euro nel quinquennio 2022-2026, la multiutility ha destinato più di 1 miliardo al ciclo idrico integrato, portando l’investimento pro capite a quasi 85 euro per abitante a fine piano, in linea con le migliori realtà europee.

Da sempre in prima linea per tutela dell’oro blu, il Gruppo Hera aderisce anche quest’anno alla Giornata Mondiale dell’Acqua, istituita dalle Nazioni Unite e che ricorre ogni 22 marzo, cogliendo l’occasione per sensibilizzare tutti sull’importanza di ridurre gli sprechi e adottare comportamenti virtuosi.

Nei territori serviti dalla multiutility, la risorsa blu è controllata da più di 3.200 analisi al giorno, che confermano tutte la stessa cosa: l’acqua di rubinetto è buona e soprattutto sicura. Il suo percorso inizia dalle falde, dalle sorgenti, o dai corsi d’acqua, dove viene prelevata e resa potabile per essere distribuita tramite gli oltre 35 mila km di reti. Così, l’acqua arriva nelle nostre abitazioni, dove la utilizziamo per tantissime attività.

Lungo tutta la filiera la multiutility, per tutelare il più possibile il valore di ogni goccia di una risorsa sempre più preziosa, è attiva 24 ore su 24 nei quasi 400 impianti di potabilizzazione e negli oltre 850 impianti di trattamento. Senza dimenticare il lavoro invisibile del sistema laboratori e del polo tecnologico di telecontrollo di Forlì, strutture all’avanguardia nel panorama nazionale, che si occupano dei controlli di qualità e del costante monitoraggio di reti e impianti.

Poi, attraverso quasi 19 mila km di reti fognarie e appositi impianti, viene depurata e restituita all’ambiente. Infatti, per poter tutelare concretamente la risorsa, la sua gestione deve essere sempre più concepita nel complesso: fra le possibili soluzioni, la restituzione all’ambiente delle acque depurate consente di dare all’acqua una seconda vita e per fare questo occorre un impegno trasversale. In questo senso, gli accordi tra gestori del servizio idrico e consorzi di bonifica sono uno strumento per evolvere verso una gestione integrata dell’acqua, per fronteggiare le richieste del comparto agricolo che coprono il 55% della sua domanda (fonte IV Forum Acqua 2022 di Legambiente in collaborazione con Utilitalia).

L’innovazione al servizio dell’oro blu

L’utilizzo di strumenti all’avanguardia, combinati alle metodologie più tradizionali, è fondamentale per assicurare qualità e continuità di servizio. Ad esempio, la multiutility si avvale di strumenti come le scansioni satellitari e i raggi cosmici per contrastare il fenomeno delle perdite occulte dalle reti idriche. Importante è anche l’analisi previsionale, che, grazie al supporto dell’Intelligenza artificiale consente di individuare i punti della rete idrica a maggior rischio di rottura, così da pianificare meglio gli interventi necessari sulla pluralità di reti gestite, a beneficio della clientela finale sia in termini di efficienza che di qualità del servizio.

Sfatare i falsi miti sulla risorsa idrica: il report In buone acque lo fa

Avere le idee chiare in fatto di acqua e di servizio idrico non è affatto semplice; proprio per questo il Gruppo Hera pubblica annualmente il report In buone acque, unico nel suo genere e giunto alla quattordicesima edizione, nel quale oltre a rendicontare in modo semplice e trasparente le proprie attività sfata alcuni falsi miti che distorcono la percezione pubblica sul tema.

Ad esempio, solo il 26% delle persone conosce l’entità della propria spesa annuale per l’acqua, con la maggior parte degli intervistati che quindi ignora o addirittura sovrastima questa cifra. Un fatto, questo, davvero curioso, anche perché l’Italia ha tariffe idriche tra le più basse d’Europa e consumi pro capite di acqua potabile tra i più alti: nella penisola si contano circa 215 litri per abitante al giorno, rispetto ai 125 litri della media europea.

Inoltre, una metà abbondante degli intervistati non sa che nei costi sono incluse le attività di fognatura e depurazione le quali, come detto sopra, sono essenziali in ottica di economia circolare e restituzione all’ambiente di una risorsa compatibile con ecosistemi e ulteriori riusi.

 

Raccontare l’acqua per coltivare comportamenti virtuosi

Raccontare l’importanza dell’oro blu e divulgare informazioni di valore è fondamentale per sensibilizzare i cittadini affinché, attraverso comportamenti virtuosi, facciano la loro parte per tutelare la risorsa.

Il Gruppo Hera mette gratuitamente diversi canali, dai più tradizionali come l’etichetta dell’acqua presente in bolletta a quelli più interattivi come, ad esempio, il Diario dei consumi, uno strumento intuitivo per valutare i propri consumi di acqua e potersi così migliorare, e l’app Acquologo.

Senza dimenticare i progetti di educazione ambientale e divulgazione scientifica per le scuole che tutti gli anni coinvolgono circa 100.000 studenti delle scuole di ogni ordine e grado con attività gratuite e innovative per farli riflettere sull’importanza della tutela delle risorse.

Una delle novità più recenti è rappresentata dai podcast: in particolare, Hera ha realizzato con Chora L’ultima goccia, la serie podcast in cui la giornalista Francesca Milano racconta il viaggio lungo il Po, simbolo della siccità causata dai cambiamenti climatici. Con l’obiettivo di sensibilizzare all’uso consapevole della risorsa idrica, l’audio reportage racconta le storie delle persone che vivono accanto al fiume, che lo amano, lo rispettano e si attivano per tutelare l’oro blu.

Infine, proprio in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, è stata lanciata la nuova campagna “L’acqua non finisce nello scarico”, con l’obiettivo di spiegare che dopo il suo utilizzo la risorsa più preziosa del Pianeta viene sottoposta a molteplici processi per recuperarla e reimmetterla nell’ambiente, allungandone il più possibile la vita.

 

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