Cesena
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Cultura e tradizione

In compagnia della Romagna e del dialetto che unisce

Domenica 13 ottobre primo appuntamento della rassegna con la presentazione del libro di Remo Ceccarelli "Tanti anni fa in Lussemburgo".

da sinistra nella foto l'assessore Carlo Verona, Leonardo Belli e Paolo Zanfini

Il dialetto che unisce, nonostante i dittonghi e i confini, è al cuore della rassegna “In compagnia della Romagna” promossa dall’associazione culturale “Te ad chi sit é fiol?”.

 

Giunta alla quarte edizione con tre appuntamenti di qui alla fine dell’anno ma un programma già definito anche per la primavera, nel solco della romagnolità, la manifestazione è stata presentata stamattina in Comune da Leonardo Belli, presidente dell’associazione, Carlo Verona, assessore alla Cultura del Comune di Cesena e Paolo Zanfini della Biblioteca Malatestiana.

 

Si comincia domenica 13 ottobre alla Sala Lignea della Malatestiana alle 17 con la presentazione del libro di Remo Ceccarelli “Tanti anni fa in Lussemburgo”, un racconto sulla passione per il dialetto di chi, pur non essendo nato in Romagna come lui, figlio di uno dei tanti minatori italiani emigrati in Lussemburgo nel dopoguerra, lo ha imparato, amato e raccontato al mondo. All’evento sarà presente il console lussemburghese Stefano Maria Cacciaguerra.

 

Domenica 10 novembre, sempre alle 17, a Palazzo del Ridotto, sarà la volta di una rappresentazione teatrale, “La sciuptèda”, tratta dal racconto di Gianfranco Miro Gori sulla morte di Ruggero, padre di Giovanni Pascoli. Il primo ciclo di appuntamenti si concluderà domenica 8 dicembre, nella Sala Lignea alle 17, con la presentazione del volume dei racconti del premio Sauro Spada, dedicato a brevi racconti inediti in lingua romagnola.

 

“Il nostro obiettivo – ha spiegato con passione Leonardo Belli – è diffondere la cultura del dialetto, di come questa lingua sia in grado di concentrare in poche frasi i concetti filosofici legati alle esperienze semplici, al lavoro manuale, all’integrazione del diverso, all’accoglienza del povero”.

 

La seconda parte della rassegna ospiterà in gennaio Cesare Zavattini presentato da Gianfranco Miro Gori, in febbraio le canzoni scritte da Walter Galli e in marzo Bruchin e le sue zirudele. Sarà il 93 enne Ruffillo Budelacci, contandino-poeta “in grado di stare vicino a Tagore e Gibran, pur nella sua semplicità – prosegue Belli -. Uno che la poesia ce l’ha dentro e trae i versi dal contatto con la natura, le sue vigne e la terra”.

 

Ma le idee in cantiere sono tante altre, sogna Belli “per esempio un convegno dedicato ai proverbi, la presentazione della figura di Aldo Spallicci e del caricaturista Giorgio Gabellini”.

 

“Il dialetto che unisce mi convince – ha detto l’assessore Carlo Verona – e anche se i dialetti cambiano insieme ai paesi come lo spessore della piadina, la loro affinità con la cultura è la medesima, hanno tanto da dirci”.

 

“La Biblioteca Malatestiana – ha sottolineato Paolo Zanfini – ha ricevuto l’indirizzo di sostenere questa rassegna, che recepisce le indicazioni regionali sulla valorizzazione del dialetto come cardine per il mantenimento della cultura del territorio. In questa occasione si promuove la dimensione dell’oralità, con conferenze, letture ad alta voce, spettacoli”.

 

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