Cesena
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Telefonia mobile

In via Matalardo arriva la terza antenna

I residenti: "Mancanza di programmazione e assenza totale di una politica mirata alla tutela del paesaggio da parte del Comune"

pixabay.com

In via Matalardo, a Cesena, arriva la terza antenna di telefonia mobile nell’arco di poche centinaia di metri. Non è trascorso nemmeno un anno da quando, lungo il percorso naturalistico del Matalardo, in zona a tutela fluviale con vincolo della Soprintendenza, è stata installata un’antenna Iliad di 30 metri a poca distanza da una del gestore Tim. Da qualche giorno i residenti hanno scoperto che è stata approvata la pratica di un terzo pilone antenna, questa volta di Wind.

Il pilone dell’antenna sorgerà in mezzo ad un’area agricola in parte sotto la tutela della paesaggistica della Soprintendenza e andrà a deturpare completamente il paesaggio.

“Ancora una volta l’Amministrazione comunale ha scelto di non scegliere. Le antenne di telefonia mobile ad oggi - spiegano i residenti - sono paragonate a lavori pubblici di primaria urbanizzazione (ossia necessarie alla collettività) e come tali abbiamo capito che seguono iter pressoché automatici, ma quello che si sta verificando nell’area appare eccessivo. Nulla da eccepire sulla necessità di favorire l’uso delle nuove tecnologie ma tre piloni antenne nell’intorno di 300 metri ci sembrano frutto di una mancanza di programmazione e dell’assenza totale di una politica mirata alla tutela del paesaggio. È riempiendo le nostre campagne di antenne - si chiedono i residenti - che si tutela un bene pubblico come il paesaggio? Le politiche green si perseguono anche compiendo scelte coraggiose che possano andare a salvaguardare il territorio. E invece anche laddove la Paesaggistica della Soprintendenza delle Belle arti si è espressa molto chiaramente: “Il sito d’intervento è, infatti, caratterizzato da un’ampia area di influenza visiva (intervisibilità) per essere inserito in un contesto pianeggiante e per avere molti visuali aperte che spaziano libere fino all’orizzonte: da tali condizioni morfologiche deriva la suscettibilità del paesaggio in argomento ad accogliere manufatti, come quelli in specie, puntiformi e autonomi ma dimensionalmente elevati in altezza, che se aumentano in presenza di unità in un ambito ristretto, come accaduto nel caso in specie, realizzano un effetto di concentrazione e conseguente saturazione visiva, con il derivato sovraccarico negativo per il paesaggio protetto”.

Nonostante questo il Comune ha autorizzato e quale sarà la prossima scelta a tutela il paesaggio che l’Amministrazione intende compiere?

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