Cesena
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Centro Volontari della sofferenza

Inaugurata la nuova sede del Cvs

Al taglio del nastro, domenica scorsa, erano presenti il vescovo Douglas, l'assessore Labruzzo e Leonardo Belli di VolontaRomagna

Il taglio del nastro

Domenica 26 settembre, dopo un lungo e travagliato iter burocratico, è stata finalmente inaugurata la nuova sede del Centro Volontari della sofferenza, all’angolo tra le vie Tiberti e Martiri d’Ungheria. Già questa posizione è significativa: vicino alla Cattedrale, che è il cuore della diocesi e all’incrocio di due strade, quasi a significare che la realtà ecclesiale vuole incontrare tutte le vie della vita, in una sintesi tra la contemplazione e l’azione.

L'evento è iniziato alle ore 16, quando Angela Petitti, dei Silenziosi operai della Croce, ha tenuto un incontro di formazione per la nostra realtà associativa, il Cvs, sul tema della vita, che non è un problema da risolvere, ma un mistero da vivere (Kierkegaard). La vita, cioè, non è solo un qualcosa che ci sta davanti, ma una realtà infinitamente più grande che ci avvolge e ci compenetra, sicché non arriveremo mai a esaurirne il significato, specie quando siamo immersi nella profonda notte della sofferenza, di qualunque genere sia. Mistero non vuol semplicemente dire ciò che non si capisce, ma quanto non si finisce mai di capire. La fede non la elimina, ma la illumina, riverberando sulla sua apparente assurdità la vittoria pasquale di Cristo.

Dopo questo momento formativo, alle 18, l’incontro ha assunto una dimensione pubblica, con l’arrivo del vescovo Douglas e di due rappresentanti della società civile: Carmelina Labruzzo, assessore ai Servizi sociali, e Leonardo Belli, vicepresidente di VolontaRomagna. Nel suo breve intervento, il vescovo ha parlato della sua scoperta del carisma del Cvs, che non è presente nella diocesi di origine di Carpi. Si è trattato di un incontro molto positivo e arricchente con una realtà originale, che sottolinea il ruolo attivo, da protagonista, della persona sofferente, soggetto propositivo e non semplice oggetto di cura e assistenza (pur indispensabile). Dopo di lui, Arianna Paglerani ha delineato un sintetico profilo delle due figure cui è intitolata la sede: Isabella Ferrari ed Emma Bagnoli, l’una sorella degli ammalati, l’altra volontaria della sofferenza, rimasta in carrozzina dopo un incidente. Entrambe sono state instancabili apostole del Cvs in tutta la diocesi fino agli ultimi giorni ed entrambe hanno trovato in questo carisma una ragione di vita e se ne sono fatte annunciatrici agli altri, malati o sani che fossero.

In seguito, ha preso la parola Leonardo Belli, che ha rilevato la "meravigliosa fioritura" di tante associazioni di volontariato nel nostro comprensorio cesenate (ben 800)e ha elogiato la preziosità del volontariato stesso (ce n’è davvero per tutti i gusti) nel porsi in ascolto e a servizio dei bisogni del territorio, perché a ognuno, senza eccezioni, venga riconosciuta in primo luogo la dignità di persona e, di conseguenza, il ruolo di cittadino. Tutti hanno il diritto di usufruire delle opportunità che offre l’ambiente, tutti hanno il dovere di dare il proprio contributo. Dopo che Francesca Iotti, rappresentante del Cvs nella rete associativa Abilità diverse, ha descritto la sede e il suo scopo di luogo di incontro e attività, si è giunti al sospirato taglio del nastro, immancabile momento di ogni inaugurazione ufficiale, preceduto dalla benedizione del vescovo.

Si è trattato di un bel pomeriggio, reso possibile dalla fattiva collaborazione tra la comunità ecclesiale e quella civile, nel comune riconoscimento della centralità della persona. Adesso che la sede è aperta - in controtendenza col doloroso lockdown, ha ricordato Liviana Siroli del Cvs - ci aspettiamo che diventi davvero un luogo ospitale, una casa in cui vivere e ritrovarsi, perché, come dice il salmo, ”Quanto è bello e soave che i fratelli vivano insieme!”.

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