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Inaugurato l'Emporio solidale

Sarà gestito dall'associazione "Il Barco" cui aderiscono Adra, Arci, Auser, Caritas, Centro di aiuto alla vita, Campo Emmaus, Croce Rossa e San Vincenzo de' Paoli

Nella foto di Michelangelo Bucci, il momento del taglio del nastro

«I volontari non stanno più nella pelle, hanno le ali tarpate». Sarebbe questa la sollecitazione che ha spinto il sindaco di Cesena, Enzo Lattuca, a concedere una sede temporanea dell’Emporio solidale, senza aspettare quella definitiva di Torre del Moro (i cui cantieri partiranno a breve per concludersi nel giro di otto mesi).

L’emporio è stato inaugurato questa mattina al Mercato ortofrutticolo di Pievesestina (gestito da For ma di proprietà del Comune), alla presenza del vescovo Douglas, delle autorità civili e di tante associazioni. Già da domani comincerà a fornire cibo alle famiglie indigenti.

Il locale, che si presenta come un classico negozio di quartiere, con scaffalature, bancone e area bimbi, sarà gestito dall'associazione “Il Barco” cui aderiscono otto realtà del territorio: Adra (Avventisti), Arci solidarietà, Auser, Caritas, Centro di aiuto alla vita, Campo Emmaus, Croce Rossa e San Vincenzo de' Paoli.

Ettore Lucchi della San Vincenzo de' Paoli ha ricordato l'idea originaria, partita da lui nell'ormai lontano 2016, scaturita da un versetto del Vangelo: “Adesso voi stessi date loro da mangiare” (Marco 6,37). Alla sua proposta aderì la Caritas, poi seguirono tutte le altre associazioni.

«Noi abbiamo fatto solo da supporto - ha detto il sindaco - e perché ci è stato chiesto. Non vogliamo sostituirci a chi prende l'iniziativa. L'importante è lavorare assieme, come spesso succede in questa città».

Potranno accedere al nuovo emporio, al momento, un centinaio di famiglie valutate dai Servizi sociali del Comune e dalle otto associazioni che formano “Il Barco”, secondo criteri che comprendono la residenza e la valutazione degli Isee. L'idea che sottende alla nuova proposta è quella di superare la fase del pacco donato e poter fornire la possibilità, anche a chi non può permetterselo, di fare liberamente la spesa. «Le famiglie selezionate avranno a disposizione una tessera con un certo numero di “punti” (ricaricati ogni mese) per ritirare i beni alimentari, e non, presenti sugli scaffali» ha spiegato la coordinatrice Susanna Ricci.

Secondo il progetto originale (2022) il Barco sarebbe dovuto partire con l’apertura della sede fornita dal Comune nella zona industriale di Torre del Moro. Ma l’alluvione ha stravolto i piani, con i volontari impegnati al centro di raccolta e distribuzione “Don Milani”.

Liberata la scuola (alla ripresa della didattica), l’attività si è trasferita al Mercato ortofrutticolo nell'agosto scorso. Ora, finita la fase d’emergenza e con i volontari desiderosi di continuare l'opera, è avvenuta l’apertura a tutti i bisognosi. 

Il vescovo Douglas ha ribadito, subito prima del taglio del nastro, l'importanza della collaborazione, mettendo al centro la persona e nella «consapevolezza di porre un segno per le future generazioni, lasciando loro un segno positivo e bello di attenzione agli ultimi. Se si cammina al passo degli ultimi si arriva in po' più tardi ma tutti insieme».

Un insieme rappresentato dai tanti presenti alla cerimonia, ricordati dall'assessora Carmelina Labruzzo, instancabile tessitrice di questa trama solidale: «Oggi qui, dove si potrà fare finalmente una spesa dignitosa, ci sono anche Scartiamo, il Pellicano, l'Enaip, l'Opera don Dino, le Cucine popolari e tante altre "realtà sorelle" che collaborano con il Barco».

E proprio sulla dignità è tornato, in chiusura, il pastore Roberto Iannò della Chiesa Avventista di Cesena: «Che siamo mossi da considerazioni laiche, religiose o umanistiche, dobbiamo tutti far fruttare i talenti che ci sono stati dati, per fare sì che le persone possano emanciparsi ed essere libere».

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