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La festa di RaiRadio3 ha lasciato il segno

Il racconto dell'ultima giornata

Massimo Cacciari (Pippo foto)

Splendida conclusione ieri per la terza giornata della festa di RaiRadio3 a Cesena. L'inizio è con “Lezioni di musica”, al Teatro “Verdi”.

Giovanni Bietti, dopo Chopin (sabato mattina) si è dedicato ad analizzare l'arte musicale di Beethoven, con l'ottimo Andrea Lucchesini al pianoforte. Genio sospeso fra Illuminismo e Romanticismo (più illuminista che romantico, però), Beethoven si è posto spesso di fronte al tema della tirannia e della libertà. È ben noto che la Terza sinfonia originariamente si sarebbe dovuta chiamare “Bonaparte”, ma alla notizia che il corso si era proclamato imperatore il compositore cancellò quel nome dal manoscritto dello spartito con tale furia da bucare la pagina. Beethoven è stato, proprio sul solco della Rivoluzione francese e dell'Illuminismo, il difensore della libertà universale, che venne rivendicata anche in tempi moderni: molti ricorderanno che, nei giorni dell'abbattimento del Muro di Berlino, Leonard Bernstein, alla guida di un'orchestra composta da musicisti della Germania Est e della Germania Ovest, suonò la Nona sinfonia, e modificò la prima parola dell'inno di Schiller, che da essere inno alla gioia (Freunde) divenne inno alla libertà (Freiheit). Beethoven poeta della libertà, dunque, non solo politica ma anche esistenziale. Fu il primo compositore a scegliere di non legarsi a un protettore solo, ed anzi, riteneva di concedere se stesso ai vari nobili che entravano in contatto con lui, perché, come ebbe a dire una volta, «di principi ce ne sono tanti, di Beethoven ci sono solo io». È ancora oggi il musicista più eseguito al mondo, perché i suoi ideali sono quelli dei nostri giorni, mentre la globalizzazione cerca di renderci sempre più schiavi, il suo inno alla libertà risuona più forte che mai.

Del genio di Bonn Andrea Lucchesini ha eseguito numerose opere: la “Marcia funebre per la morte di un eroe” dalla Sonata op. 26, la “Marcia funebre” dalla Terza sinfonia nella versione per piano solo di Liszt, l'Adagio dalla Sonata 21 op.2, e infine la Grande sonata op.81a, detta “Gli addii”, composta nel 1809, quando Vienna era stata occupata per la seconda volta dall'esercito francese. L'ironia della storia: i Francesi, liberatori dei popoli, che occupavano una nazione, opprimendo il suo popolo. La sonata, divisa in tre momenti, intitolati “Addio”, “Assenza”, “Ritorno”, supera il dolore della perdita nella speranza che tale separazione non sia definitiva: come spesso accade in Beethoven, l'ultima parola è quella della speranza.

Dopo il “Cestino da viaggio” (il filo rosso della rassegna, ispirato dai “cestini caldi” del ristorante Casali) di Franco Farinelli, in cui si è parlato di velocità e rapidità nei commerci come simboli di un mondo nuovo, è stata la volta della politica internazionale, con “Radio3 Mondo”, programma condotto da Anna Maria Giordano. I vari ospiti, fra cui la scrittrice Esmahan Aykol, hanno dialogato sulla Turchia, sul ruolo di Erdogan e sulla privazione della libertà sempre più visibile: sono in progetto di costruzione 228 nuove carceri, e dal 2016 (anno del fallito golpe) 179 testate giornalistiche sono state chiuse e ben 131 giornalisti sono stati incarcerati, molti di loro senza mai aver saputo per quale motivo erano stati imprigionati o perché, successivamente, erano stati rilasciati. La Turchia, che il 24 giugno andrà al voto, si sta allontanando sempre di più dall'Europa. Nessuno può conoscere il futuro, ma è evidente a tutti che la Turchia ha troppi e strettissimi rapporti culturali, sociali ed economici con l'Europa perché essa possa disinteressarsi a ciò che avverrà in quella terra così vicina a noi, e ormai così lontana.

Al Teatro “Bonci” la manifestazione si è chiusa con un'edizione speciale della “Barcaccia”, lo storico (è nato nel 1988) programma dedicato all'opera lirica, condotto da Michele Suozzo e Enrico Stinchelli. Per l'occasione, dato che nel foyer del “Bonci” ci sono due lapidi, una dedicata a Giuseppe Verdi e una a Richard Wagner, i due conduttori hanno chiesto al pubblico che gremiva il teatro, dalla platea al loggione, di votare a favore dell'uno o dell'altro dei massimi compositori del XIX secolo. A stretta maggioranza, ha prevalso Verdi, con ascolti da “Trovatore” e “Don Carlos”, mentre di Wagner si sono ascoltati frammenti dalla Tetralogia dell'Anello. Dal vivo si è esibito con ottimo risultato il tenore Piero Giuliacci (accompagnato al pianoforte da Michele D'Elia), che ha eseguito brani verdiani (“Ernani”, “Otello”) e wagneriani (“Lohengrin”), risultando efficace e brillante in tutti i casi.

Al termine, gran finale con le “Parole di libertà”. Massimo Cacciari ha dialogato col direttore di Radio Tre, Marino Sinibaldi, commentando parole del XIX e del XX secolo dedicate alla libertà, lette da “attori” improvvisati, personaggi delle realtà sociali e non solo del cesenate, a collegare idealmente passato e presente, provincia e mondo intero.

In conclusione, tre giorni ricchi di esperienze interessanti, ben gestiti e che hanno lasciato il segno, non fosse altro che per la straordinaria vivace partecipazione di un pubblico educato e interessato. RaiRadio3 e Cesena: un binomio che speriamo di ritrovare in futuro.

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