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Lavoro

Parrucchieri ed estetisti, un’azienda su cinque è abusiva

Indagine Cna Forlì-Cesena sul "beauty": servizi richiestissimi dai cittadini ma con un campanello d'allarme

Foto di Orna da Pixabay

Il settore beauty e benessere gioca un ruolo centrale nella vita quotidiana, ma con un'ombra preoccupante: un’azienda su cinque, in media, opera in modo abusivo. È quanto emerge da un'indagine condotta dall’Ufficio studi Cna.

È stata esaminata la richiesta di servizi di parrucchieri o acconciatori: il 40 per cento si affida almeno una volta al mese, il 7 per cento più di una volta al mese, un quarto del campione una volta ogni due mesi e poco più del 13 per cento una volta ogni quattro mesi. Per i centri estetici la situazione è diversa: meno della metà della popolazione vi si reca, con una netta prevalenza femminile.La spesa mensile mostra differenze di genere significative: oltre il 70 per cento della clientela maschile dei barbieri spende tra i 10 e i 30 euro. Diversa la situazione della clientela femminile dei parrucchieri: il 25 per cento spende tra i 30 e i 50 euro, il 27 per cento spende tra 50 e i 100 euro e circa un terzo del campione spende meno di 30 euro.

Inoltre, le imprese del settore beauty possono essere incluse tra servizi di prossimità, perché circa il 70 per cento della clientela percorre meno di tre chilometri. Ma come vengono scelti questi servizi? Il passaparola la fa da padrone con percentuali che si aggirano tra il 50 e 60 per cento.

Ma, il lato oscuro del settore emerge con forza: il 27 per cento delle attività opera in modo irregolare, superando di gran lunga la media nazionale del 14 per cento.

Si tratta di una percentuale troppo alta - commenta Morena Valbonetti, presidente dei mestieri acconciatori di Cna Benessere e sanità Forlì-Cesena - tenendo presente che nella nostra provincia sono attive oltre 1.100 imprese del settore acconciatura, estetica, tattoo, e altre imprese similari dei servizi benessere alla persona, i conti sono presto fatti. Sono necessari interventi incisivi in tema di abusivismo da parte degli organi preposti. Questa battaglia richiede una stretta collaborazione tra le autorità di controllo e gli operatori del settore. Occorre intensificare le verifiche e applicare sanzioni per chi opera nel totale anonimato. Un ruolo decisivo, per esempio, lo potrebbe svolgere la polizia postale, per vagliare i vari social network e siti web, ove anche gli abusivi promuovono i propri servizi”.

“Come Cna - conclude Valbonetti - ci teniamo a sensibilizzare i fruitori dei servizi del beauty sul tema della legalità. Chi lavora in regola, oltre a confermare la propria professionalità, protegge la salute dei clienti, tutela i propri lavoratori e sostiene l’economia e lo sviluppo del Paese”.

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