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Un piano a lungo termine per una Cesena senza barriere architettoniche

Luoghi pubblici accessibili, fermate dell’autobus fruibili da chiunque, bellezze culturali a disposizione anche di chi non può seguire le classiche visite guidate. L’assessore all’inclusione Carlo Verona ha presentato oggi il piano del Comune di Cesena per rendere la città davvero a misura di tutti

Eliminazione barriere architettoniche a Cesena - foto archivio Corriere Cesenate

Luoghi pubblici accessibili, fermate dell’autobus fruibili da chiunque, bellezze culturali a disposizione anche di chi non può seguire le classiche visite guidate. L’assessore all’inclusione Carlo Verona ha presentato oggi il piano del Comune di Cesena per rendere la città davvero a misura di tutti.

I primi passi sono stati fatti proprio nel settore dei beni culturali, altra delega dell’assessore, con la sottotitolazione dei video del portale Cesena cultura sui principali luoghi cittadini: dalla Malatestiana antica alla Rocca, passando per Villa Silvia, il teatro Bonci e la fontana Masini.

“In collaborazione con il coordinamento Fiadda dell’Emilia-Romagna, e grazie al finanziamento della Regione, abbiamo aggiunto i sottotitoli a questi video come parte di un piano più ampio di accessibilità del patrimonio culturale cittadino. A breve, poi, daremo la possibilità di avere un traduttore in Lingua italiana dei segni, Lis, per le visite guidate alla Malatestiana”.

Per quanto riguarda l’accessibilità fisica degli spazi pubblici, invece, l’amministrazione sta elaborando il Piano eliminazione barriere architettoniche: “Vogliamo ripartire con il progetto Peba, parte del nostro programma di mandato. In questo senso abbiamo incaricato lo studio Adr di Cavriago che rileverà le criticità presenti sugli edifici delle città, raccolte in una serie di schede distinte per edificio. Queste schede, comprensive di possibili soluzioni e relativi costi, saranno inserite negli interventi da effettuare anno per anno”.

Il piano è diviso in due parti: “La prima riguarda gli spazi pubblici del centro storico e sarà realizzata dallo studio emiliano in collaborazione con la Facoltà di Architettura. Dovrebbe essere pronta in dieci mesi, poi gli uffici potranno implementarlo e, nel giro di due anni, potremo passare alla seconda parte. Questa, da definire con un altro incarico, si occuperà degli edifici pubblici al di fuori del centro storico e delle fermate degli autobus”.

Per quanto riguarda le fermate del trasporto pubblico in centro è tornato alla ribalta il problema di sempre: non sono accessibili e il contesto non aiuta. “Le fermate in centro sono tutte a raso – ha rimarcato Verona – cosa che non consente l’utilizzo delle rampe di cui gli autobus sono dotati. Abbiamo poi vincoli storici e artistici e non tutto, dunque, è proponibile. Su questo potremo fare analisi e proposte specifiche con la facoltà di Architettura, coinvolgendo ad esempio i corsi di restauro o bandendo un concorso per giovani architetti”.

Gli uffici di Palazzo Albornoz non attenderanno comunque la fine del Piano per mettersi al lavoro: “Già il 9 di giugno una decina di nostri tecnici comunali parteciperanno a corsi di formazione specifici della Regione Emilia-Romagna sul tema dell’abbattimento delle barriere architettoniche”.

Sulla mobilità delle persone disabili il Comune predisporrà poi un regolamento specifico per consentire la sosta dell’auto con pass nominale, in posti riservati in prossimità dell’abitazione e del luogo di lavoro.

A Verona ha fatto eco il sindaco Enzo Lattuca, che ha rimarcato l’importanza del progetto: “Si tratta di temi che erano stati oggetto di un confronto aperto in campagna elettorale. Un impegno che ci eravamo presi con un piano di lungo respiro. Su questo convoglieremo risorse non in interventi episodici, a spot, ma in una serie di azioni che partendo dal centro coinvolgeranno tutta la città”.

L’impegno del Comune è anche quello di pensare a tutto campo alle esigenze delle persone con disabilità: “Dobbiamo evitare di continuare a proporre nuovi interventi che non tengano conto di queste tematiche – ha aggiunto il sindaco –. Ci stiamo occupando anche di sosta, accessibilità, riapertura centri diurni disabili e centri socio-occupazionali. Non ci dimentichiamo che di fronte alle difficoltà le persone con disabilità hanno specifiche esigenze che non possono essere tralasciate. Anche per questo l’occupazione straordinaria del suolo pubblico, che abbiamo messo in campo per la ripartenza, ha pochissimi paletti ma, uno di questi, è proprio sull’accessibilità”.

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