Cesenatico
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Racconto di artisti

"La musica mette in relazione. Arriva dove le parole non arrivano"

Una famiglia, tanta musica: i fratelli Stefano e Gianluca Nanni si sono raccontati all'Università della Terza Età. In casa, a Gattolino, con babbo Gino e mamma Renata. Il rock dei "Megatron" e la banda "Mouncìn", il festival di Sanremo, il liscio e la musica classica

i fratelli Stefano e Gianluca nanni insieme al bassista Giorgio Fabbri_Cesenatico Museo della Marineria, 22 febbraio 2024.jpg

“Parlo con le note. E cerco di comunicare nel modo più naturale possibile quello che è stata ed è la vita della nostra famiglia”. La famiglia è quella dei fratelli Stefano e Gianluca Nanni, musicisti di Gattolino di Cesena – “di Gattolino est, la zona che dalla chiesa si allunga fino a Cesena”, specifica Stefano – intervenuti ieri pomeriggio al Museo della Marineria a Cesenatico all’incontro settimanale dell’Università per gli adulti, promosso con la collaborazione del musicista cesenaticense Karsten Braghittoni.

Tra barche e profumo di mare, protagonista del partecipato appuntamento è stata la testimonianza dei due musicisti, figli di una terra contadina e cresciuti insieme ai fratelli Andrea, Elisa e Alessandro nella casa dove la vita di famiglia era resa particolarmente unita anche dalle note musicali: quelle che il babbo Gino, fondatore dell’orchestra “Liscio di Romagna” non mancava di suonare abbracciando la sua fisarmonica. “E mamma Renata, magliaia, smacchinava e cantava”, sono le parole di Stefano che ritorna alla vita di famiglia dei primi anni Ottanta. “Tutti noi cinque siamo così cresciuti nella libertà e lievità delle note, e abbiamo naturalmente scelto uno strumento musicale, perfezionandoci poi al Conservatorio Maderna di Cesena. È la nostra professione per noi due e per nostra sorella Elisa, che suona la viola. Ma per tutti è passione viva. Sono particolarmente orgoglioso di Alessandro, mio fratello di dieci anni più piccolo, che ha raccolto il mio testimone alla guida del coro parrocchiale di Gattolino”. Nella casa in campagna ciascuno aveva così il suo spazio prove. “Il più sacrificato era Gianluca, che con la batteria era stato ‘dirottato’ in uno sbaguzzino fuori casa”, sorride Stefano.

Parole e musica si sono così intervallate in uno scambio di racconti di vita. Come ogni concerto, la citazione di “Zaclen” ha aperto le musiche: “Violinista capace che a inizio del secolo scorso, dopo esperienze importanti con Toscanini, volle portare i valzer viennesi nelle aie popolari. Suo è il brano ‘Galop’ che chiudevano i veglioni”, è il racconto di Stefano.

“Tra le nostre prime esperienze di palco, una grande scuola è stata l’orchestra del babbo. Suonavo la tastiera e lì ho fatto anche esperienza di canto: il mio pezzo forte, tra i brani ‘mudìran’ era ‘Bandiera Gialla’. Nell’orchestra abbiamo così conosciuto i generi musicali che arrivavano da Oltreoceano come lo swing e il charleston, eseguiti perché molto ballabili. Così abbiamo conosciuto il genere ‘Beguine’ e il tango argentino”. A 15 anni la prima esperienza di band è stata quella con i “Megatron”, gruppo rock fondato e tenuto unito da Stefano fino al suo servizio militare: “E lì ci siamo divertiti tanto facendo rock ‘a manetta’”.

Tra la tastiera di Stefano e la batteria di Gianluca, le note del basso di Giorgio Fabbri ieri hanno accompagnato i fratelli Nanni. “Musicista che ha lavorato anche con Ennio Morricone, a Giorgio Fabbri ci lega un’amicizia profonda dai tempi della banda ‘Moon Cin Jazz Orchestra’ che fondai a vent’anni e ha tenuto unito 18 elementi, tutti giovani. Dopo dieci anni divenne l’attuale Banda di Montiano”.

Passano i generi musicali, mai la musica. Stefano è pianista, compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra. Ruolo, quest’ultimo, che lo ha portato al Festival di Sanremo. Collabora come arrangiatore e direttore d’orchestra con artisti come Laura Pausini, Negramaro, Raphael Gualazzi, Biagio Antonacci, e jazzisti anche internazionali. “Mia grande fonte ispiratrice resta la musica classica” è stata l’introduzione di Nanni al brano “Pavane” di Ravel.

“Per fare musica è necessario confrontarsi, sbagliare e imparare dagli errori. Viviamo sempre di fretta, in un tempo dove se non stai al passo si perdono treni… - prosegue Stefano – invece in arte, quella vera, c’è sempre bisogno di attingere da chi ne sa più di te, e da chi ti ha preceduto. Considero una grande fortuna poter suonare con ‘grandi vecchi’. C’è sempre da dare, a ogni stagione della vita”.

A conclusione dell’incontro, l’omaggio in jazz al brano “Romagna mia”, con la presenza in sala di Riccarda Casadei, figlia di Secondo, compositore e fondatore dell’orchestra Casadei.

La musica arriva dove le parole non arrivano. Mette in relazione le persone anche quando parlano lingue diverse – sono le conclusioni di Stefano -. La musica per noi non è un mestiere, ma una vita. Nostro babbo era così. È deceduto otto anni fa, ma sappiamo che continua a suonare con noi. E nostra mamma, ancora canta…”.

i fratelli Stefano e Gianluca Nanni davanti al teatro Ariston in occasione della loro partecipazione al Festival di Sanremo_febbraio 2020.jpg

i fratelli Stefano e Gianluca Nanni davanti al teatro Ariston in occasione della loro partecipazione al Festival di Sanremo_febbraio 2020.jpg

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