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Romania: le Chiese sostengono la vaccinazione anti Covid

La vaccinazione? Si tratta di un diritto, non di un obbligo

Foto agensir.it

I primi vaccini anti Covid sono arrivati in Romania il 25 dicembre da Pfizer e sono già stati amministrati a più di mille persone tra medici, infermieri e assistenti sanitari impegnati in prima linea contro la pandemia. Un sondaggio recente, però, ha mostrato che solo il 50% degli insegnanti è d’accordo con la vaccinazione che in Romania non è obbligatoria. E il Governo ha chiesto aiuto alle autorità ecclesiastiche, in un recente incontro di lavoro organizzato dal Segretariato di Stato per i Culti, visto che la popolazione ha un alto grado di fiducia nella Chiesa.

Il Patriarcato ortodosso romeno, l’Arcidiocesi romano-cattolica di Bucarest e il Culto musulmano si sono espressi pubblicamente a favore della vaccinazione della popolazione, chiudendo alle autorità romene una retta e completa informazione. “La Chiesa non si può esprimere su questioni di carattere medico, questo spetta agli specialisti e agli organismi accreditati. Se il vaccino non è un pericolo, ma un bene per tutti, se la sua amministrazione rimane volontaria e non a carattere obbligatorio, la Chiesa cattolica è certamente a favore della vaccinazione”, ha dichiarato don Tarciziu Serban, portavoce dell’arcidiocesi di Bucarest.

“È necessaria un’informazione corretta alla popolazione riguardo alcuni aspetti, come il carattere volontario, gratuito e sicuro della vaccinazione, ed anche il fatto che si tratta di un diritto e non di un obbligo”, ha sottolineato Vasile Banescu, portavoce del Patriarcato ortodosso romeno. Nuove dosi di vaccino sono pervenute ieri e la vaccinazione continuerà secondo la pianificazione nazionale: nella prima fase, il personale sanitario e del settore sociale; nella seconda, la popolazione ad alto rischio di infezione e gli impiegati nei settori economici e politici essenziali; nella terza, il resto della popolazione.

La Romania è da quasi due mesi in lockdown parziale e le autorità hanno raccomandato di celebrare il Natale e il Capodanno in famiglia, evitando spostamenti e visite. Le celebrazioni religiose si sono svolte nelle chiese, col rispetto della distanza fisica e l’uso della mascherina. Solo in alcune località le messe sono state celebrate all’aperto. “Ma il Signore è stato dalla nostra parte nei giorni natalizi: è stato un clima primaverile, faceva più caldo fuori che in Chiesa”, dice all'agenzia Sir don Ionel Pojum, parroco della Chiesa San Pio da Pietrelcina a Constanza.

Fonte: Sir
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