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Emergenza maltempo

Cambiamento climatico: Legacoop chiede un fondo, Apofruit chiede lo stato di calamità naturale

Eventi in progressione, non più singoli. "Ragionare in scala ampia"

alcuni dei danni provocati dal maltempo di questi giorni

Le catastrofi legate al cambiamento climatico si susseguono, con una velocità e una violenza spaventose. Di fronte a questo stato di cose Legacoop Romagna chiede di superare la logica di breve periodo e di andare verso la costituzione di un fondo apposito per il cambiamento climatico, a livello nazionale ed europeo, in cui convogliare tutte le risorse e a cui attingere non solo per la ricostruzione, ma per realizzare opere di mitigazione e adattamento alle conseguenze del riscaldamento globale.

«La progressione delle ultime settimane ci dice che non è più questione di fare fronte a singoli eventi drammatici — dice il presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi —, perché siamo entrati in una fase nuova, che gli esperti avevano più volte annunciato. Chiediamo di superare la dinamica emergenziale e di ragionare su scala più ampia: occorre creare un Fondo per il cambiamento climatico, da cui potere attingere per i risarcimenti, la mitigazione dei danni e l’adattamento delle popolazioni e delle imprese. Bene la tempestività di Comune e Regione nelle proposte e negli interventi, in particolare, con la immediata presa d’atto della necessità di dichiarare lo stato di calamità naturale. Ma ora occorre fare un salto di qualità a livello Paese, superando le posizioni negazioniste che purtroppo trovano ancora spazio nel dibattito politico». 

Il bilancio degli ultimi giorni nelle cooperative è, ancora una volta, drammatico, con danni consistenti a frutteti, impianti, pannelli fotovoltaici e magazzini.

A questo quadro disastroso (al quale andranno aggiunte le conte dei danni, in corso, di altre realtà cooperative), si sommano le pesantissime conseguenze, ancora da quantificare con precisione, occorse a diverse colture d’eccellenza, tra cui pere, mele e pesche, anche dove erano presenti impianti antigrandine. Tutto questo senza contare i danni occorsi alle abitazioni private nella zona colpita dall’evento.

«A maggior ragione a fronte di questo quadro drammatico – conclude Lucchi - è necessario l’intervento tempestivo del Governo e la messa a disposizione di risorse adeguate che vanno aggiornate per dare risposta anche a questo ultimo episodio catastrofico. Nel frattempo, abbiamo accolto positivamente la proposta del Sindaco di Ravenna di includere i danni dell’evento di sabato scorso all’interno della procedura di risarcimento già avviata per l’alluvione di maggio: si tratterebbe di un percorso per cercare di accelerare il processo di risarcimento, ovviamente attivando la possibilità di raccogliere la documentazione relativa ai danni occorsi per potere poi attivare i risarcimenti del caso». 

Il devastante tornado che si è abbattuto nel pomeriggio di sabato 22 luglio su parte dell’Emilia e della Romagna, ha creato ingentissimi danni, ancora da quantificare con precisione, anche a diverse colture d’eccellenza della regione, tra cui pere, mele e pesche. Tra gli agricoltori più colpiti diversi soci Apofruit, dal momento che la cooperativa ha proprio in questa zona uno dei suoi principali areali produttivi. 

Anche da Apofruit un sollecito. L'azienda chiede lo stato di calamità naturale. A fare un primo bilancio della situazione è il direttore generale di ApofruitErnesto Fornari, che spiega: “A partire dalla parte settentrionale della provincia modenese, con i centri di Mirandola e Concordia sulla Secchia, il tornado di sabato scorso ha devastato una vasta parte della nostra regione, spostandosi anche verso la Romagna e interessando, con grandine e vento fortissimo, anche tante zone che già erano state ricomprese nel “cratere” dell’alluvione. Conselice, Lavezzola e Voltana, nel Ravennate, hanno subito ad esempio ingentissimi danni, e così pure tutta la fascia da Altedo a Malalbergo è stata interessata dalla devastazione”. 

Fornari continua: “Quel poco che si era salvato dall’alluvione, in queste zone ora è stato definitivamente distrutto da grandine e vento. La furia delle trombe d’aria che si sono formate è stata tale che sono state danneggiate anche colture protette da impianti antigrandine. I nostri soci hanno subito danni a diverse tipologie di frutta, tra cui pere, mele, pesche e nettarine. In queste zone, non solo verrà a mancare il 100% della produzione, ma saranno da rifare molti giovani impianti. È stato fortemente danneggiato anche il magazzino della cooperativa a Lavezzola di Conselice (Ravenna), con danni ai pannelli solari e ad alcune infrastrutture. Peraltro, si trattava di un impianto fotovoltaico nuovo, dal momento che i pannelli erano entrati in funzione a gennaio 2023”.  

Il direttore generale di Apofruit conclude: “Con l’alluvione dello scorso maggio ci eravamo fin da subito attivati, come cooperativa, per rimanere vicini ai nostri soci, anticipando il momento delle liquidazioni e introducendo una serie di agevolazioni per i produttori colpiti. Ora, alla luce di questo nuovo devastante episodio, chiediamo al più presto l’intervento della Regione affinché venga riconosciuto, alle aree colpite, lo stato di calamità naturale. Ci vorrà molto tempo, e parliamo di anni, per ripristinare i frutteti abbattuti dalla furia di questo tornado. Al contempo, dobbiamo prendere sempre più coscienza che il clima è cambiato e ci muoviamo ormai in un contesto tropicale, dove episodi come questo sono sempre più, purtroppo, all’ordine del giorno”.

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Cambiamento climatico: Legacoop chiede un fondo, Apofruit chiede lo stato di calamità naturale
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