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Confindustria Romagna: «La situazione non è rosea. Confidiamo nei ristori»

Il punto degli imprenditori, riuniti oggi a Cesena nella sede di Technogym. A breve sarà rilanciato il tema della "Città Romagna", per pianificare opere e interventi in una scala più ampia 

Il consiglio di presidenza di Confindustria Romagna, riunitosi oggi a Cesena

Lo scenario economico generale è tutto tranne che roseo e la Romagna, già provata dall’alluvione, non è immune dalle difficoltà complessive. A tracciare un bilancio dell’anno che si avvia alla conclusione è Confindustria Romagna, il cui Consiglio di presidenza si è riunito oggi a Cesena nel quartier generale di Technogym.

Il quadro tracciato dal presidente Roberto Bozzi è quello di un anno iniziato in maniera brillante (il Pil nel 2022 è cresciuto del 3,7 per cento) ma stravolto a maggio dall’alluvione (l’incremento di Pil nel 2023 è previsto allo 0,7 per cento): «Siamo ripartiti in fretta e furia, lasciando indietro fatturati e produzioni importanti. Non significa che le difficoltà siano state risolte o i problemi cancellati. Ci auguriamo che l’arrivo dei ristori possa portare un po’ di sollievo a tutte le persone colpite e alle nostre aziende che fino ad oggi si sono rialzate da sole, con coraggio e determinazione, senza piangersi addosso. Va affrontato l’importante tema del credito di imposta, che è inserito nella bozza di legge Finanziaria e auspichiamo venga confermato. Come Confindustria abbiamo chiesto la possibilità di scontare il credito con la banca, non esclusivamente in compensazione. Una previsione necessaria per consentire alle imprese danneggiate, anche quelle che non hanno sufficiente capienza fiscale, di poter beneficiare appieno del contributo pubblico».

Tra i temi più importanti per il 2024, Bozzi cita la dimensione romagnola: «Riapriremo il tema di "Città Romagna", per un territorio più unito e da rafforzare sotto ogni punto di vista: infrastrutturale, idrogeologico, culturale e identitario. Partendo da caposaldi prioritari, come energia e ambiente, connessioni e infrastrutture, stile di vita, welfare, conoscenze e formazione».

A questo proposito il presidente di Confindustria Romagna ha citato positivamente il fatto che l’idea di una ferrovia ad alta velocità da Bologna a Bari, proposta lanciata due anni fa dall’associazione, sia ora in discussione a livello nazionale, con Rfi che dovrebbe completare il piano entro la fine del 2024, mettendo in opera investimenti decennali. Nota dolente restano invece gli aeroporti: lo scalo di Bologna è saturo, quelli di Forlì e Rimini sottoutilizzati, eppure ognuno pensa al proprio orticello: «Non siamo ancora riusciti a far parlare i diversi imprenditori. Stiamo lavorando con l’assessore regionale Corsini perché almeno si siedano a un tavolo Bologna, Forlì e Rimini».

Più duro, su questo tema, Pierluigi Alessandri: «Premesso che quegli imprenditori possono spendere i soldi come meglio credono, servirebbe una visione comune. Abbiamo aeroporti da vergognarci, non sono un bel biglietto da visita per chi arriva in Romagna».

A seguire, sono intervenuti diversi vicepresidenti dell’associazione. Giovanni Giannini (territorio di Forlì-Cesena) ha sottolineato l’importanza della manutenzione di boschi, fiumi e strade nel prevenire gli effetti degli eventi meteo estremi: «Dopo anni di trascuratezza dobbiamo pretendere che venga fatta manutenzione».

Tomaso Tarozzi (vicepresidente per il ravennate) ha rimarcato il ruolo di Confindustria nella ricognizione dei danni da alluvione e nell’assistenza. Per quanto riguarda l’ambito culturale e artistico, ha ricordato l’impegno nel rifacimento della porta della Basilica di San Francesco, commissionata dalla Curia di Ravenna al maestro Domenico Palladino, artista di caratura internazionale.

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