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dal sito del giornale diocesano clarus della diocesi di alife-caiazzo

Coronavirus. Io resto a casa, a Genova. Ma “casa mia” è Alvignano, in Campania, il luogo dove sono nato e cresciuto

In troppi a fare la valigia e partire per il Sud, contro ogni indicazione di Governo che invitava (e invita) a non muoversi dai luoghi di residenza lavorativa: appello accorato per evitare che il Coronavirus migrasse verso il Mezzogiorno insieme a quei bagagli. E così è stato. Molti invece hanno resistito e resistono ancora

Foto tratta dal sito clarusonline.it

Io resto a casa, qui a Genova. “Casa mia” è e sarà per sempre dove sono nato e cresciuto. Ma qualche anno fa ho deciso di scegliere anche una seconda casa. Certamente chi resta nella propria terra è coraggioso. Lo è altrettanto chi fa la valigia in mezza giornata e si ritrova in un’altra città, lontano dai suoi luoghi e dai suoi affetti più preziosi. Le vite sono diverse, le scelte sono dettate da una serie di circostanze.

Poco prima che tutto si fermasse, con i miei amici meridionali/lavoratori-trasfertisti organizzavamo le vacanze di Pasqua. In pochi giorni abbiamo realizzato che non saremmo “scesi”.

Le giornate in solitudine passano tra didattica a distanza, telefonate con i colleghi, faccende domestiche, letture, studio, esercizio fisico. Una nuova quotidianità che prima o poi terminerà. Non ho pensato neanche per un attimo di “fuggire” a casa ad Alvignano…lì c’è pure un bel giardino che mai come ora avrei abitato! Non sono “fuggito” perché amo la mia terra che ora mi chiede di rispettarla e non metterla in difficoltà.

La routine scolastica che ti tiene sulla corda si è interrotta. Ma alle mie alunne e ai miei alunni cerco sempre di insegnare il significato di bene comune, la necessità di rispettare le norme per essere veramente liberi. Dove c’è vita comune, sono fondamentali le regole. Ho chiesto loro di scrivere una lettera aperta ai loro coetanei (pubblicata sul Secolo XIX): è stato rassicurante vedere in loro la consapevolezza di poter dare, tutti insieme, un contributo concreto in questo momento di difficoltà.

Ogni tanto guardo le foto che postano sui social gli alvignanesi. Sorrido, perché sarà bello tornare più delle altre volte. Mi unisco a loro in questo piccolo sforzo e so che tutto questo servirà a ridarci ciò che ora desideriamo tanto.

Quando la mente si ferma, penso che ci sono miei amici sparsi in Italia e all’estero: Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte, Inghilterra, Germania, Spagna, Lituania…e allora inizio a scrivere qualche messaggio, fare qualche chiamata; è bello sapere che, nonostante la grande confusione, stiano bene.

Come in buona parte del nostro Paese, anche a Genova c’è ancora qualcuno (per fortuna sempre di meno) che fa fatica a realizzare la straordinarietà del momento e l’importanza di rispettare ciò che ci viene detto di fare. Leggo post di amici genovesi infermieri e medici e capisco che è importante fare la mia parte, qui dove mi trovo. Ora le strade sembrano finalmente più deserte, immagini che non mi mettono tristezza ma danno tanta speranza, specialmente a chi come me è rimasto qui.

I vicini hanno condiviso con me il loro wi-fi (gratuitamente) e ieri mattina mi hanno portato un pezzo di focaccia per la colazione…ma io non ho lo stomaco di un genovese e quindi l’ho mangiata a pranzo! Quelli del “vecchio” condominio mi chiamano quasi quotidianamente. I proprietari di casa lo stesso, chiedendomi continuamente se ho bisogno di qualcosa. Il sorriso dolce della piccola Fabiola, mia nipote, che ha già imparato a videochiamarmi! È casa anche qui.

In realtà, ora abbiamo solo bisogno di tirare fuori il nostro spirito di adattamento, la nostra pazienza, la nostra perseveranza. Non abbiamo mai avuto tanto tempo a disposizione…e non è facile restare con sé stessi per così tante ore al giorno! Torneranno i momenti della frenesia, dell’essere perennemente in ritardo, del sabato sera con gli amici, delle passeggiate al sole, delle risate ad alta voce, del poco tempo per noi!

Aspetterò e intanto rafforzerò la mia solidarietà, il mio senso di bene comune, i miei affetti; riordinerò i miei pensieri per poter vivere con più forza domani. Tornerò a casa.

Casa è dove sono nato, dove lascio il cuore quando vado via. Casa è dove vivo la quotidianità con tanti sacrifici. Casa sono le persone che incontriamo. Casa è il mondo intero.

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