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Lo studio del passato aiuta la medicina di oggi. Una ricerca romagnola fornisce nuovi elementi sulla displasia fibrosa

Lo studio è stato pubblicato sull’International Journal of Paleopathology

Ausl Romagna

La partnership tra i ricercatori del Dipartimento di Beni Culturali dell'Unibo e il Gruppo Ausl Romagna Cultura si arricchisce di un altro importante tassello scientifico. Ne dà notizia Mirko Traversari, paleopatologo che ha all’attivo lo studio scientifico di San Mercuriale, primo vescovo di Forlì, tuttora in essere, e primo nome dell’articolo intitolato "Multi-analytic study of a probable case of fibrous dysplasia (FD) from Certosa monumental cemetery (Bologna, Italy)".

“Pochissimi giorni fa questo complesso e articolato lavoro è stato pubblicato sull’International Journal of Paleopathology, la sinergia tra antropologi, paleopatologi, genetisti, radiologi e anatomopatologi ha permesso di pervenire a un risultato straordinario in termini di capacità diagnostica su reperti antichi”, fa sapere Traversari commentando che "il paziente oggetto della ricerca, è un cranio di provenienza bolognese, che mostrava una singolarissima e severa malformazione". L’orientamento diagnostico ottenuto dalla combinazione tra analisi antropologica, radiologica e istologica, è stata rafforzata dallo Dental macrowear analysis, che ha permesso di datare l’insorgenza della patologia. Il tutto è stato verificato geneticamente e, oltre ad avere avuto la conferma della diagnosi di Displasia Fibrosa, i ricercatori hanno anche individuato alcune mutazioni genetiche associate alla patologia, fino ad ora sconosciute soprattutto sul campione antico. 

Come precisa Giampaolo Grilli in un articolo pubblicato sul portale dell’Ausl Romagna, la displasia fibrosa è una malattia che colpisce le ossa, dove nascono delle cicatrici (tessuto fibroso) che portano ad uno sviluppo anormale dell’osso. L’osso cresce e con esso anche le cicatrici che lo indeboliscono causando deformità ossee e fratture. Il lavoro di ricerca, oltre che rendere disponibile uno dei più antichi e meglio studiati casi di Displasia Fibrosa da contesto storico, può fornire nuovi dati anche alla patologia moderna, sottolineando ancora una volta come questo tipo di studi sia funzionale anche al paziente attuale. Allo studio hanno partecipato Sara Piciucchi ed Enrico Petrella, dell’UO di Radiologia e Medicina Nucleare dell’Ospedale GB Morgagni-Pierantoni di Forlì, Francesco Feletti dell’UO di Radiodiagnostica dell’Ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna e Luca Saragoni dell’UO di Anatomia Patologia dell’Ospedale GB Morgagni-Pierantoni di Forlì.

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