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Nursing Up: flash mob a Ravenna del sindacato degli infermieri per protestare contro autogestione e reperibilità

Un centinaio di professionisti delle professioni sanitarie si sono trovate in via de Gasperi davanti alla sede ravennate di Ausl Romagna, per protestare contro le condizioni di lavoro sempre più difficili in corsia e contro le decisioni recenti prese dalla direzione generale

Foto Giampiero Corelli

Ostetriche, infermiere e infermieri, personale sanitario associati a Nursing Up, il sindacato degli infermieri e dei professionisti delle professioni sanitarie, si sono trovati questa mattina in via de Gasperi, a Ravenna, davanti alla sede dell’Ausl Romagna, per partecipare a un flash mob attraverso il quale portare la voce del dissenso di tanti operatori del comparto.
Si sono presentati in un centinaio, “armati” di fischietti e di cartelli in cui chiedono rispetto, gridano alla vergogna, riportano la loro situazione: “Persone non numeri di matricola”, “Lavoriamo per vivere non viviamo per lavorare”, “Le vite degli infermieri contano”, “Eroi dimenticati e sottopagati”.

Il “casus belli” è la volontà da parte dell’Ausl di introdurre la pronta disponibilità anche per i servizi attivi 24 ore su 24 per compensare le carenze di organico e la decisione che, in caso di assenze di personale, debbano essere gli operatori della singola Unità Operativa a dover provvedere alla sostituzione dei colleghi, sollevando l’organizzazione dell’Azienda dal suo compito.

A partire dal mese prossimo gli infermieri di tutti i servizi si troveranno a lavorare di giorno e a dover essere reperibili magari la notte stessa. Nel mirino la direzione generale di Ausl Romagna, e il contenuto di un’intervista rilasciata dal direttore Tiziano Carradori alla stampa locale nei giorni scorsi. “In quell’articolo si è letta tutta la tracotanza e arroganza di una direzione che sta dismettendo la sanità romagnola – dice uno dei manifestanti – e che mette i lavoratori di fronte a una scelta: o autogestione, che equivale a un lento suicidio, o reperibilità, il che significa una pistola puntata alla tempia”.
Il flash mob di oggi, il primo di una serie che Nursing Up ha in calendario nei territori della Romagna, vuole, nell’idea degli organizzatori, essere uno strumento per ribadire che “i lavoratori non si lasceranno intimidire da queste politiche: veniamo calpestati ogni giorno nei nostri diritti. Vogliamo essere liberi di lavorare al meglio secondo le nostre competenze e non vogliamo che qualcuno ci dica come dobbiamo vivere la nostra vita privata. Il nostro compito è garantire la salute e in queste condizioni non siamo in grado di farlo. Noi chiediamo di lavorare da liberi professionisti perché siamo umani”.

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