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Siccità

Siccità, dichiarato lo stato di crisi

Passo successivo, la richiesta dello stato di emergenza nazionale, in arrivo le ordinanze comunali per l'utilizzo dell'acqua

Nella foto un momento della conferenza stampa

Non arriveremo con le botti ma lavare l’auto in questo momento non è indispensabile. Con qualche battuta l'assessore regionale all'Ambiente Irene Priolo durante la conferenza stampa conclusasi poco fa in tema siccità, ha cercato di rendere leggibili le complesse valutazioni fatte nella Cabina di regia convocata d'urgenza in Regione nel pomeriggio, nel corso della quale  si è deciso di dichiarare lo stato di crisi regionale per gli effetti della siccità prolungata.

Già stasera il presidente Bonaccini firmerà il relativo decreto, con cui è prevista anche l’istituzione formale della Cabina di regia, che monitorerà passo passo l’evolvere della situazione.

In Emilia Romagna non è in discussione l’idropotabilità, la situazione è critica per quanto riguarda l’agricoltura. Per preservare l’attuale stato di tenuta del sistema di approvvigionamento idrico, nonostante la siccità, è indetto lo stato di crisi cui seguirà anche la richiesta di emergenza nazionale. Da domani arriverà da Atersir un’ordinanza tipo che potrà essere adottata da tutti i Comuni per l’utilizzo dell’acqua. L’ordinanza avrà anche lo scopo di orientare negli orari più idonei l’utilizzo di acqua da parte dei cittadini. Per il momento però niente razionamenti. 

Queste in estrema sintesi le indicazioni emerse dalla Cabina di regia per l’emergenza idrica, convocata dall’assessore Priolo, in accordo con il presidente della Giunta regionale, Stefano Bonaccini subito dopo la quale è seguita una conferenza stampa in cui  gli assessori Priolo e Mammi (agricoltura) hanno dato conto delle decisioni prese. Alla Cabina di regia hanno preso parte, insieme alla Regione – con i propri settori Ambiente, Agenzia per la sicurezza territoriale e Protezione civile, Arpae e Agricoltura – i gestori del servizio idrico integrato, Atersir (Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi Idrici e rifiuti), Anbi (Associazione nazionale bonifiche irrigazioni miglioramenti fondiari), Consorzio Canale emiliano-romagnolo e l’Autorità Distrettuale del fiume Po e l’Aipo, l’Agenzia interregionale per il fiume Po.

Osservati speciali in Emilia Romagna, ha detto l’assessore Priolo, sono il Cer, un po' il parmense, e Pontelagoscuro dove ieri le portate del Po erano di 180 mc al secondo contro la media del 2021 nello stesso periodo che era di 559 mc al secondo. Le popolazioni più interessate in questo  contesto sono quelle di Ferrara e Ravenna ma non è ancora emergenza, tiene a sottolineare l’assessore, che scatterebbe qualora il livello del Cer scendesse sotto i 2,58 metri rispetto all’altitudine del mare. Attualmente siamo 10 centimetri sopra. Altri ambiti, come quelli serviti da Ridracoli o dal Bacino di Subbiano e anche il territorio di Modena sono sufficientemente  coperti dalle capienze degli invasi disponibili “grazie agli interventi attuati in aprile nella consapevolezza – ha sottolineato Irene Priolo – che la stagione ci avrebbe messo ‘in riserva’". Tra questi, la sospensione dei prelievi dalle concessioni dove ci sono criticità severe, l’anticipazione del deflusso minimo vitale estivo ad aprile, anziché in estate, e l’accesso a deroghe temporanee sul deflusso a maggio.

Tra i rischi da scongiurare, la risalita del cuneo salino, ovvero la risalita di acqua salata lungo l'asta del Po, fenomeno che può verificarsi in condizioni di magra fluviale, quando le portate del Po sono molto basse, e in condizioni di alta marea, quando si osservano valori più elevati della lunghezza di intrusione del cuneo salino, che possono determinare impatti negativi sulle condizioni ambientali dei corpi idrici e degli ecosistemi, e sugli utilizzi della risorsa idrica.

Per  contenere la risalita, due possibilità: che i grandi laghi (Garda, Como, Maggiore) rilascino acqua – ma al momento stanno opponendo resistenza – o, in alternativa, il ricorso all’invaso di Subbiano a supporto del Cer. Per questa ragione, ha insistito l’assessore, la gestione del momento va fatta non solo a livello locale ma allargato e mettendo in  atto un insieme di azioni.

Fanno parte delle complesse valutazione le previsioni meteo per le quali si profila una doppia natura, qualche perturbazione al nord, in Emilia Romagna meno e non tanto comunque da cambiare lo stato di severità. Da noi, in sostanza, nelle prossime settimane pioverà ma non molto. Dovremo capire se le piogge che cadranno in Piemonte e Lombardia incideranno. “Per questo motivo la cabina di regia è stata ampliata, per consentire interventi da più fronti”.

  

L’emergenza, ha quindi aggiunto l’assessore Mammi, sta colpendo non solo l’idropotabilità delle riserve ma le produzioni agricole. Non solo la priorità è quella di garantirle ma anche di mantenere la sicurezza alimentare in questo momento che è quello della massima produzione agricola, con il mais, il pomodoro  e il riso nel ferrarese.

Due sono le direzioni, ha sottolineato Mammi. Una immediata, attuabile tramite la dichiarazione di emergenza nazionale che ci consente una regia sovraregionale, perché tutte le fonti idriche disponibili siano utilizzate al meglio, quindi per mettere in capo risorse utili al sostegno delle imprese agricole nei prossimi mesi per i danni che potrebbero subire.  L’altro livello di azione va nel lungo periodo. Noi oggi intercettiamo solo il 10 per cento delle acque piovane e reflue. Dovremmo agire sullo stoccaggio per conservare l’acqua nel momento in cui è disponibile e sulla realizzazione, per esempio, di depuratori per le acque reflue. Abbiamo in corso 250 milioni di opere e altri 350 in arrivo di fondi Pnrr. Sono due fasi da mettere in campo subito per cercare di rispondere oggi all’emergenza ma anche per il futuro.

Infine la sottolineatura: “abbiamo bisogno di rendere più semplici e veloci le procedure amministrative per realizzare queste opere, abbiamo richieste per progettazione di invasi, ma servono procedure nazionali più veloci per affrontare questo che, lo ricordo, è uno dei risvolti dello stravolgimento climatico in atto”.

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