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Don Giuseppe Allamano santo. Padre Faedi: "Aveva un cuore grande"

Il missionario gambettolese della Consolata ci parla del fondatore della congregazione

(consolata di Gambettola, foto archivio)

Don Giuseppe Allamano, fondatore, nel 1901, delle congregazioni dei Missionari e delle Missionarie della Consolata, diventerà santo. Il Papa, nell’udienza di giovedì 23 maggio, ha riconosciuto i miracoli attribuiti al missionario Allamano insieme a quelli del giovane Carlo Acutis (vedi notizia richiamata).

Nel territorio è presente una comunità dei missionari della Consolata a Gambettola. Abbiamo parlato con padre Sandro Faedi, missionario della Consolata e nativo di Gambettola, da qualche giorno in Italia per cure mediche.

“Già da giovane - afferma padre Sandro - Giuseppe Allamano voleva essere un missionario. Era di salute cagionevole e gli fu sconsigliato di partire, ma maturò negli anni il desiderio della missione e che Gesù fosse conosciuto da tutti in Africa. Si era innamorato di Guglielmo Massaia, il grande apostolo dell’Etiopia”.

“Allamano - prosegue padre Sandro - ha sentito l’ispirazione di fondare l'istituto missionario. Diceva che la Madonna l’aveva obbligato a fondarlo per portare consolazione ai popoli. La sua missione era anche al femminile, infatti avviò la congregazione delle missionarie della Consolata”. 

Giuseppe Allamano, dopo aver fondato a Torino l'Istituto dei Missionari, nel 1902 partì per il Kenya con i primi missionari. La sua opera toccò anche Tanzania, Etiopia e Mozambico.

“Era un tipo mite - continua il religioso gambettolese - che ha stimolato l’educazione e i mestieri. Infatti, assieme al Vangelo si occupava anche della promozione della salute e dell’educazione, una vera promozione umana. Era innamorato della Madonna. Allamano era una persona con un cuore veramente grande. Oggi, finalmente, è stato riconosciuto il miracolo”. Si tratta della guarigione miracolosa di un indigeno della foresta amazzonica, aggredito da un giaguaro che gli fratturò il cranio nel 1996.

Padre Sandro Faedi, ha passato 24 anni in Venezuela per poi spostarsi in Mozambico dove è stato incaricato di fondare una missione nella città di Tete.

“Tete è una zona piena di carbone - spiega - con tante imprese straniere che sfruttano la preziosa materia. È un'area con pochi servizi, ma noi abbiamo costruito una chiesa che vede una bella partecipazione del popolo”. 

Padre Sandro Faedi è stato ordinato sacerdote a Gambettola nel 1972. A Tete dal 2013, è stato parroco della parrocchia di San Giuseppe, amministratore apostolico tra il 2017 e il 2019, e attualmente parroco della parrocchia di San Daniele Comboni, economo diocesano e responsabile della Caritas diocesana. Nel 2023 ha ricevuto l’onorificenza pontificia “Pro Ecclesia et Pontifice”. 

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