Dalla Chiesa
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Memoria liturgica

Santa Rita, è viva la devozione

Oggi la benedizione delle rose. Le nostre foto e le note sulla santa a cura di Massimo Pieri

(foto: Sandra e Urbano fotografi, Cesena)

È viva in tutta Italia la devozione a santa Rita da Cascia, patrona dei casi disperati, di cui oggi ricorre la memoria liturgica.

Al santuario dell’Addolorata, a Cesena (chiesa dei Servi), oggi pomeriggio si è svolta, come da tradizione, la benedizione dei bambini e delle rose.

Seguono le foto di Sandra e Urbano fotografi (Cesena).

rose (24)

***

Di seguito pubblichiamo alcune note sulla santa a cura del nostro affezionato lettore Massimo "Pepe" Pieri.

Santa Rita fu battezzata Margherita da Roccaporena, una minuscola frazione a pochi chilometri da Cascia. Era sbocciata alla vita nel 1371 (alcuni biografi sostengono però incongruenze e che le date siano diverse: chi è per la nascita il 1371 o 1381, e così come per la sua morte: chi dice nel 1447 o 1457). I genitori di Rita erano particolarmente stimati nel libero comune di Cascia, che affidava loro l’arduo incarico di pacificare i contendenti o almeno evitare stragi cruenti tra famiglie in conflitto.

Come per tante ragazze, anche per la giovane Rita arrivò il momento di acconsentire agli approcci di probabili promesse matrimoniali, per farsi una famiglia. Il giovane che s’innamorò di lei, e che lei ricambiava, si chiamava Paolo di Ferdinando della famiglia dei Mancini. Non era un giovane violento, come descritto in qualche biografia, ma appartenente al partito dei ghibellini. Rita non ammansì affatto Paolo come venne scritto, piuttosto lo aiutò a vivere con una condotta più austera e autenticamente cristiana. Fu questo il frutto di un amore incondizionato e reciproco, illuminato dalla benedizione divina. Ebbero due figli gemelli maschi e tutti conosciamo la storia, e come andò a finire.

Vorrei sottolineare la tenacia di questa donna che, rimasta sola (senza sposo, né prole), non perse la fiducia in Dio, anzi il desiderio che aveva prima ancora di sposarsi (farsi monaca) poteva essere ora esaudito. Invocò con tutto il suo cuore i suoi tre santi patroni ovvero: Agostino, Giovanni Battista e Nicola da Tolentino, e questi la esaurirono portandola in modo misterioso all'interno del monastero. Come? Nessuno lo sa.

Quello che si sa con certezza è che le monache agostiniane ora non poterono più impedirle di entrare in religione e la accolsero nella fraternità agostiniana. Un altro pregio, anzi meglio virtù, fu la fiducia cieca, totale, l'abbandono alla Divina Provvidenza e alla volontà di Dio. L'amore a Gesù crocifisso la portò a ricevere una spina e a condividere con il Cristo la passione. La tradizione vuole che dalla corona di spine si staccò una spina che andò a conficcarsi in fronte e che al di là del dolore fisico le procurò noie perché la ferita cominciò a imputridirsi e ad emanare un odore nauseante. Le suore cominciarono a tenersi a distanza da lei, così raccontano diversi biografi.

Anche le letture del giorno si accostano bene alla figura della santa. Le parole di Giacomo nella sua lettera (Gc 4,13-17) risuonano come un invito a considerare la nostra vita con uno sguardo di fede più profondo. Siamo nelle mani di Dio. Nulla è nostro e nulla ci appartiene, nulla possiamo fare da soli. Come sarebbe bello se nel nostro linguaggio quotidiano tornasse la bella espressione: "Se Dio vuole" o "A Dio piacendo". Marco nel suo Vangelo (Mc 9,38-40), ci racconta di un episodio avvenuto ai discepoli che, vedendo un tale scacciare i demoni, subito si impuntarono, e senza pensarci su glielo impedirono. Gesù, venutolo a sapere da loro stessi, gli ammonì con la solita saggezza: "Chi non è contro di noi è per noi". Cioè, chiunque è libero di fare del bene, senza il bisogno di essere del nostro clan o della nostra razza o legato a noi. Gesù è molto tollerante su questo a buona ragione.

Guardate a quel ragazzo musulmano che hanno premiato qualche giorno fa con "l'Alfiere della Repubblica". Si trovava in stazione a Cesena ed è capitato "a fagiolo", come si dice, in un momento di difficoltà per una donna anziana, colpita da un mancamento e l'ha prontamente assistita (tra l'altro con competenza e destrezza). Non gli chiese a che gruppo appartenesse o di che religione era. Così come la nostra santa Rita che fece del bene a tanti (sia in vita che dopo la sua morte) anche a chi gli aveva ammazzato il marito.

Preghiamo allora santa Rita perché interceda per noi e ci aiuti a diventare più santi di quello che siamo tuttora. Grazie per aver accettato la condivisione.

Massimo Pieri - (Pepe)

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