Diocesi
stampa

natale 2022

Dentro al presepe, prima dello smontaggio

Fare il presepio vuol dire rappresentare quell’evento e dunque dare la notizia dell’accaduto: con i pastori che quasi anticipano il mestiere del giornalista

La Natività del presepe di Gianluca Manzi, a Villachiaviche di Cesena. Foto Pier Giorgio Marini

È ormai prossima l’Epifania, che «tutte le feste le porta via» come recita il ben noto proverbio popolare. E con essa termina pure la sacra rappresentazione del presepe: le statuine tornano al buio di una scatola, per rivedere la luce e riprendere la loro funzione al prossimo Natale. Il presepe, per fortuna, regna ancora fra noi, non perde il suo fascino, non è soltanto per bambini. La sua origine è puramente storica e dunque nulla possiede della favola. Partiamo allora dai fatti.

1. Isaia (sec. VIII a.C.) per primo profetizza: «Il Signore stesso vi darà un segno: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele» (Is 7, 14); il profeta Michea (sec. VIII a.C.) scrive: «Da te, o Betlemme, uscirà colui che sarà dominatore in Israele».

2. L’evangelista Luca (fra gli anni 75-90 d.C.) racconta per filo e per segno l’Annunciazione: «Al sesto mese [dal concepimento di Giovanni, figlio di Zaccaria ed Elisabetta], l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: “Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te”. A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”. Allora Maria disse all’angelo: “Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?”. Le rispose l'angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio”. Allora Maria disse: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. E l’angelo si allontanò da lei» (Lc 1, 26-38).

3. Poi Luca narra la Visitazione: «In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto”» (Lc 1, 39-45).

4. Quindi la nascita di Gesù: «In quei giorni un decreto di Cesare Augusto [imperatore dal 27 a.C. al 14 d.C.] ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria [ma Luca commette un errore: il censimento di Quirinio avvenne nel 6-7 d.C., mentre la nascita di Gesù precede la morte di Erode il Grande avvenuta il 4 a.C.]. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia [in praesepio], perché per loro non c'era posto nell'alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: “Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”. I pastori dicevano l’un l’altro: “Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere”. Andarono, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. Maria custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto» (Lc 2, 8-20).

5. L’evangelista Matteo (fra gli anni 75-90 d.C.) è il solo a narrare i Magi: «Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: "Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo". All'udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: "A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l'ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele". Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: "Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo". Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese» (Mt 2, 1-12).

6. San Francesco, che voleva «osservare in tutto e per tutto il santo Vangelo», a mezzanotte del 24 dicembre 1223 a Greccio (Rieti) allestisce il primo presepe, forse ispirato da mosaici della basilica romana di Santa Maria Maggiore che custodiva le tavole della mangiatoia: desiderava infatti «fare memoria di quel fanciullo che è nato a Betlemme e vedere in ogni momento con gli occhi del corpo i disagi e le strettezze della sua nascita, come fu adagiato in una greppia e posto sul fieno tra il bue e l’asinello» (Tommaso da Celano, Vita del beato Francesco, 30).

Ecco quanto sta all’origine del cristianesimo e della storia della salvezza, riepilogato nella più semplice e universale delle rappresentazioni che è il presepe (dal latino prae saepes, “davanti al recinto chiuso”, poi praesepium, “mangiatoia, greppia, stalla”): scuola di tenerezza, semplicità, povertà e umiltà, genesi della più popolare tradizione iconografica occidentale, «mirabile segno» come lo ha definito papa Francesco nella lettera apostolica del 2019 «sul significato e il valore del presepe», spazio che riproduce con le statuine la quotidianità dei mestieri umani (il Ministero della Cultura ha istituito un Comitato nazionale per le celebrazioni degli 800 anni del presepe, in programma nel 2023). Fare il presepio vuol dire rappresentare quell’evento e dunque dare la notizia dell’accaduto: con i pastori che quasi anticipano il mestiere del giornalista. Quella stalla, sacralizzata dal mistero, cattura i piccoli perché sanno vedere, mentre ai grandi servono occhi nuovi, necessari per comprendere e rivivere. Eppure è tutto così bello ed elementare. Basta immaginare per sentire e toccare l’accaduto che si rappresenta, per divenire contemporanei dell’evento, per andare a Betlemme stando in casa propria e sentire un cuore nuovo.

Creative Commons - attribuzione - condividi allo stesso modo
Dentro al presepe, prima dello smontaggio
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti) disabilitato.

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento