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Carità e non solo, in vista del 25 dicembre

Nei giorni che precedono il Natale e dopo la Giornata mondiale dei poveri, un diacono propone una riflessione

Una riflessione sui poveri dopo la Giornata mondiale istituita da papa Francesco e celebrata domenica 19 novembre scorso. Scrive il diacono Ettore Rossi della parrocchia di San Giacomo, in Cesenatico. Una riflessione quanto mai opportuna nei giorni precedenti il Santo Natale.

Nella foto, un momento del pranzo con i poveri svoltosi domenica 19 novembre nella chiesa di sant'Agostino, a Cesena

Per aiutare materialmente i poveri servono soprattutto i ricchi e il Signore questo lo sapeva benissimo. Ma ciò che rattrista è che: “Vedendo ciò, tutti mormoravano: E’ entrato in casa di un peccatore!” (Lc, 19, 7)

Tutti mormoravano, anche i suoi discepoli. L’Evangelista Luca qui è spietato: il vangelo della misericordia passa anche attraverso la critica e la legge.

In preparazione alla prima giornata mondiale dei poveri di domenica 19/11, nella nostra zona pastorale diaconia della carità del mare si è svolta una veglia di preghiera, (come del resto hanno fatto anche le altre zone pastorali della diocesi quali diaconie della carità). Come gesto simbolico ci si è recati in processione ad accendere i lumini preparati nel presbiterio e raffiguranti la parola “CARITA’”. La parziale accensione, appositamente orchestrata, (lumini in eccesso rispetto le persone presenti) voleva sottolineare la necessità di conquistare altri cuori traboccanti della carità di Cristo.

Il “sì” alla parola del Signore da parte dei ricchi valga a evitare che l’aiuto di questi verso i poveri venga strumentalizzato o prenda la piega dello sfruttamento.

Il pranzo di domenica 19 novembre, in occasione della prima giornata mondiale dei poveri, che la diocesi, attraverso Caritas ha organizzato, ha rappresentato, per coloro che hanno accolto l’invito alla preparazione e all’allestimento, la ulteriore accensione di quei cuori che la carità sa alimentare, mentre per i bisognosi che si sono seduti alla tavola, la sottolineatura della carezza della carità.

Un pasto consumato insieme dove la tavola ha costituito il mezzo per guardarsi negli occhi, parlarsi e ascoltarsi, passarsi l’acqua da bere, gustare le pietanze meravigliosamente preparate per l’occasione da volontari e parrocchiani di San Rocco, col servizio ai tavoli dei ragazzi scout dell’Agesci, oltre ad altri collaboratori, per oltre 200 commensali, affratellati  da  un denominatore comune: servitori e serviti,  consapevoli ognuno, del proprio ruolo e status sociale, con una sostanziale differenza però: il ruolo dei primi è frutto di scelte personali, mentre il ruolo dei secondi è frutto, nella maggioranza dei casi,  di ingiustizie.

Penso che, oltre alle ottime lasagne al sugo di lenticchie, al pollo con verdure squisito, ai gustosi dolci, all’ottimo servizio e alla stupenda “location” della struttura di Sant’Agostino in Cesena, dove tutti concordemente hanno potuto assaporare e constatare, si possa senza ombra di dubbio affermare: “Nessuno ha dovuto pagare alcun centesimo! Alle spese ci ha pensato il piccolo “Zaccheo”.

Certo domani per i bisognosi è un altro giorno…la Provvidenza tuttavia è pronta a togliere dalla scena del mondo aghi e cammelli non più utilizzabili per ricchi convertiti alla maniera di Zaccheo.

Resti di questa giornata la consapevolezza che “..i poveri infatti li avete sempre con voi…”(Mc 14, 7) anche domani, dopodomani e così via.

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