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Verghereto

Pereto è pronta a festeggiare la Beata Agnese

La comunità di Pereto di Verghereto celebra la festa di Beata Agnese, della quale conserva i resti mortali in un sarcofago in chiesa. La festa che da sempre si tiene il 28 gennaio, da diversi anni è spostata al sabato per render possibile una maggior partecipazione. Si terrà dunque il 25 gennaio.

Pereto è pronta a festeggiare la Beata Agnese

La comunità di Pereto di Verghereto celebra la festa di Beata Agnese, della quale conserva i resti mortali in un sarcofago chiesa. La festa che da sempre si tiene il 28 gennaio, da diversi anni è spostata al sabato per render possibile una maggior partecipazione. Si terrà dunque il 25 gennaio.

Sabato 25 gennaio alle 11 è in programma la messa solenne, celebrata da don Daniele Bosi, seguita dalla processione con la statua della Beata.

Ma chi era Agnese? Una recente pubblicazione ritiene che la santa sia più “giovane” di 8 secoli e ne colloca l’esistenza nel XII sec. Noi ci atteniamo alla vita, evidentemente dai tratti leggendari, che abbiamo ricevuto e che si è tramandata nella Diocesi sarsinate, dove si narra che Agnese, vissuta nel IV secolo, era figlia di un Re Proconsole di Sarsina, pagano, che l’aveva promessa in sposa. Ella, che era cristiana e aveva promesso a Dio la sua verginità, pregò il Signore che la liberasse da quella situazione e improvvisamente le comparvero sul corpo piaghe come di lebbra. Il padre allora, accusandola per tale novità, decise di toglierle la vita dandone l’ordine ai suoi servi, i quali impietositi la lasciarono andare ed ella si rifugiò in questa zona di Pereto.

La tradizione continua dicendo che la Beata, scavando con le mani in terra, vide scaturire una sorgente d’acqua. Anch’essa consegnataci dalla tradizione, è ancora presente nel monte di fronte alla chiesa. Ritornando alla storia, qui la Beata si lavò e ci fu la guarigione. Con le preghiere, la penitenza e la solitudine passava il tempo e lo offriva al Signore. Dopo alcuni anni, recatosi il padre di lei da Sarsina sui monti per divertirsi cacciando, fu ritrovata dai cani del padre, il quale non la riconobbe subito e la portò con se nel suo palazzo. Raccontò così della misericordia dei servi e del miracolo della sua guarigione, ottenendo in cambio la conversione del padre e della sua famiglia, che subito rinunziarono agli idoli.

Una narrazione che, al di là del reale della leggenda o della tradizione, ci presenta la figura di una cristiana forte e fedele che ha tanto da insegnarci. La tradizione popolare riporta poi alcuni fatti, tra cui il più noto è certamente l’episodio nel quale la Beata chiese ad un ragazzotto di Pereto di andare in una vigna sul monte a prendere un grappolo d’uva, sebbene fosse il 28 di gennaio. Il ragazzo vi andò, sebbene ci fosse neve abbondante e, preso dalla contentezza e dalla fretta, svelse anche il tralcio insieme al grappolo, che portò alla beata. Questo episodio è raffigurato nel quadro all’interno della chiesa.

Monsignor Carlo Bandini, nel 1968, compì l’ultima ricognizione delle spoglie e l’ufficiale Sanitario le attribuì a quelle di una ragazza di 16 anni. La parrocchia è menzionata nel 1027, nel 1551 conta 177 abitanti, 166 nel 1840, circa 300 nel dopoguerra fino ai 23 di una decina di anni fa.

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