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Scuola "Arfelli" di Cesenatico. Lettera aperta al ministro dell'Istruzione Azzolina

Alcuni docenti dell'Istituto prendono carta e penna e chiedono chiarezza: "Ci viene chiesto di soprassedere, di promuovere a occhi chiusi". La proposta: "stati generali" della scuola

foto Sir

Alcuni docenti (non tutti) della scuola media "Dante Arfelli" di Cesenatico hanno scritto una lettera aperta al ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina. Di seguito, il testo integrale.

***

Gentile ministro,

siamo docenti della scuola "Dante Arfelli" di Cesenatico, appena usciti da un Collegio che ci ha fatto riflettere e discutere a lungo. Quello su cui abbiamo ragionato più a lungo sono le varie implicazioni del decreto che dovremmo mettere in pratica per terminare l’anno scolastico in corso: il modo di valutare, il modo di ascoltare gli elaborati, eccetera.

Ma per molti di noi, l’argomento era più profondo degli aspetti tecnici e burocratici: Quale scopo ha ancora la nostra professione? Come mai la maggior parte di noi si sente continuamente a disagio davanti alle scelte del Ministero? Permetta ministro, noi docenti siamo così, tendiamo a farci delle domande. E spesso tendiamo a doverci difendere dal nostro stesso Ministero, che dovrebbe esserci d’aiuto, dovrebbe essere la nostra casa.

Spieghiamo. Non l’accusiamo di essere stata impreparata davanti all’emergenza Covid, perchè tutti lo siamo stati. Non l’accusiamo di aver fatto errori, perchè tutti ne facciamo. Possiamo sopportare tanto noi docenti: a ogni cambio di ministro c’è una nuova riforma che si sovrappone alla precedente, si figuri!

E abbiamo dovuto, come Lei, metterci tutti in gioco davanti all’emergenza: nel giro di due settimane eravamo tutti online

Ma ora stiamo raggiungendo dei livelli su cui non riusciamo più a seguire. Non riusciamo a seguire il filo dei suoi pensieri, ministro, non riusciamo a capire come poter valutare, come poter bocciare (che non è una bestemmia, ma parte del nostro lavoro), come poter insegnare. Lei dice una cosa in tv e ne scrive il contrario sul decreto, mentre noi insegniamo a essere coerenti e decisi. Le leggi scritte dal Ministero vanno interpretate con la lente d’ingrandimento, mentre noi chiediamo ai ragazzi di essere chiari nelle spiegazioni. Non possiamo bocciare come valore educativo, così quando i nostri ragazzi faranno il primo colloquio di lavoro crederanno di essere assunti automaticamente. Il Ministero decide cosa fare, decide i programmi, apparentemente senza una minima logica. Cosa può mai voler dire presentare una tesina in terza media? Ma Lei sa cosa vuol dire combattere contro il copia-incolla da internet? No, forse non lo ha presente, perchè così ci stimola a sentire decine di tesine copiate, dovendole pure passare. 

Potremmo citare anche il caso "insufficienze" ed in particolare quelle di chi non ha dimostrato alcuna buona volontà e impegno durante il difficile periodo della DAD (didattica a distanza), che ha messo tutti noi a dura prova, inclusi tutti gli alunni e le alunne che si sono rimboccati le maniche ed hanno accettato la sfida, si sono svegliati al mattino, messi davanti a un computer, lavati, vestiti, pettinati, dopo aver fatto i compiti, pronti a partecipare attivamente alle lezioni online. Tutto ciò mentre altri studenti e studentesse hanno "mollato", hanno sfruttato la situazione e non hanno capito quanto fosse importante e necessario esserci, collaborare, stringersi agli altri e impegnarsi ad andare avanti, tutti insieme. Adesso ci viene chiesto di soprassedere, di promuovere a occhi chiusi, di smettere di educare alla resilienza, all'impegno i nostri alunni e alunne. 

Dicendo ciò, deve essere ben chiaro che ci distacchiamo enormemente da tutti quelli che l’hanno offesa o denigrata senza rispetto, arrivando a minacciarla. Non sono essi educatori nè cittadini, come noi invece ci consideriamo. E sia ben chiara un’altra cosa: lei è solo l’ultima delle ormai decine di ministri che hanno proposto le loro “riforme”, che noi abbiamo dovuto digerire senza poterne discutere i contenuti. Quei ministri dopo poco se ne sono andati, ma noi siamo ancora qui, a subire le conseguenze di ogni cambiamento non voluto.

E allora proviamo anche a lanciare un’idea, Ministro, che speriamo si possa costruire assieme: perchè non organizzare una grande assemblea legislativa sul mondo della scuola, alla quale possano partecipare in massa i veri docenti della scuola, in rappresentanza di tutti gli ordini di studi? Degli “stati generali” ai quali ogni scuola del territorio, in maniera proporzionale, possa inviare i propri rappresentanti? Magari ospitarla a Roma o in qualche luogo simbolico della bellezza del nostro Paese.

Attendiamo una sua risposta Ministro, perché non ci siamo dimenticati che alla fine siamo tutti dalla stessa parte.

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