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Pulini svela il "suo" Caravaggio al Rotary

"Quando l'ho visto ho fatto un balzo. L'ho riconosciuto subito", ha confidato l'artista e critico d'arte

Da sinistra, nel tavolo della presidenza, Massimo Pulini, Claudio Faggiotto e Alessandro Giovanardi

"Caravaggio, il racconto di una scoperta". È stato il tema messo a fuoco dal Rotary Valle del Rubicone ieri sera durante la conviviale che si è tenuta alla locanda "Antiche macine" di Montalbano (Santarcangelo di Romagna). 

A spiegare la sua scoperta, anzi "il ritorno a essere un Caravaggio", perché così era fin dall'origine, ha detto l'artista e critico d'arte Massimo Pulini, docente di storia dell'arte, originario di Montiano. Lo ha sollecitato con alcune domande Alessandro Giovanardi, anche lui critico d'arte specializzato nell'arte sacra rinascimentale. Li ha introdotto il presidente del sodalizio Claudio Faggiotto. 

Al centro della serata c'è stato l'opera "Ecce homo" di recente attribuita a Caravaggio proprio da Pulini, dopo 400 anni. "Quando l'ho visto ho fatto un balzo. L'ho riconosciuto subito - ha confidato Pulini -. Per tre settimane ho vissuto una sorta di intrigo internazionale. Infatti di lì a poco, il dipinto sarebbe stato messo all'asta a 1.500 euro. Invece così sarebbe potuto schizzare a 150 milioni di euro". 

"È lo stile che contraddistingue un dipinto. Lo stile è la cifra di identificazione, anche perché fino al Settecento gli artisti non firmavano le loro opere. Si trattava, il per il 98 per cento dei casi, di dipinti sacri ed era considerato improprio porre la firma su una parte della Bibbia. Un elemento per identificare l'autore è quello di andare a ricercare le committenze. Altrimenti occorre andare a identificare i caratteri della pittura. È questo lo strumento di azione di tutti i ricercatori storici".

Pulini ha messo in evidenza questi segni e li ha esposti davanti al pubblico. A suo modo di vedere, il dipinto è di certo di Caravaggio. "Il 24 marzo - ha ricordato - ho ricevuto via email un'immagine da Giancarlo Ciaroni, un antiquario di Pesaro. Dopo lo sbalordimento ho detto subito: questo è un Caravaggio della gara Massimi. Nella Roma di allora furono commissionati tre dipinti. Una ricevuta del 1605 è firmata da Caravaggio. E nel 1650 Giovanni Pietro Bellori attestò che un dipinto di Caravaggio per i Massimi di Roma venne spedito in Spagna, dove ora si trova" e dove con ogni probabilità rimarrà, forse al Pardo di Madrid. 

Che dire di più? Non c'è che da rimanere stupiti e ammirati da tanta bellezza e anche dal fiuto artistico di Pulini.  

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