Commento al Vangelo
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Il giorno del Signore

Domenica 10 luglio - 15ª domenica Tempo Ordinario - Anno C

SONO IO IL PROSSIMO DI CHI HA BISOGNO?

Dt 30,10-14; Salmo 18; Col 1,15-20; Lc 10,25-37

I samaritani erano stranieri deportati dagli assiri e trapiantati in Samaria verso l’anno 721 a. C. Al tempo di Gesù erano considerati come pagani, apostati e disprezzati. Possedevano come Scritture Sacre il “Pentateuco samaritano”.

Questo “racconto esemplare”, questa parabola molto chiara si trova unicamente in Luca. Il Maestro discute con un dottore della legge, questi conosce bene la Legge di Dio e perciò la sua risposta viene approvata da Gesù. Tuttavia, lo scriba cerca una scappatoia e fa una domanda per difendersi: “E chi è mio prossimo?”. Cristo racconta di un uomo che scendeva da Gerusalemme a Gerico. Gerico: la “città delle palme” (Dt 34,39). Raggiungere la città – una delle più antiche del mondo - significava correre un grosso pericolo. La strada era dunque “desertica e pietrosa” come scrive Giuseppe Flavio, e gli esseni la percorrevano ben armati. Al viandante del nostro racconto gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, “lasciandolo mezzo morto” (10,30).

Rimase “mezzo morto”, con ferite molto gravi, ma chi l’avrebbe soccorso? Un sacerdote che scendeva lo vide e passò oltre. Aveva una buona scusa: la legge gli proibiva di toccare cadaveri. Poi arrivò un levita, aiutante dei sacerdoti durante i sacrifici, ma anche lui passa oltre per non contaminarsi. Tutte e due comunque non avevano vere scuse: come non soccorrere una persona gravemente ferita? Il terzo che passa è un samaritano: “Vide e ne ebbe compassione” (v. 33). “Aver compassione” normalmente si riferisce a Gesù. Il samaritano pulisce le ferite e calma il dolore con olio e vino (v. 34). Infine lascia alcuni denari per il vitto e l’alloggio del malcapitato.

Domande per riflettere: “E chi è il mio prossimo?” (v. 29). Adesso però Gesù domanda: “Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?”. Io, discepolo di Cristo mi devo domandare: “Sono io il prossimo di chi ha bisogno?”. Le occasioni sono innumerevoli, basta aprire gli occhi. Le persone non sono merci da classificare. L’amore vero non fa nessuna distinzione.

Alcuni anni fa andai a la Guaira, in Venezuela, per un matrimonio. Alle 8 di sera ripartimmo, e poco dopo il mio autista, trovandosi davanti a un cavalcavia, non scelse né la strada di sopra né la strada di sotto e così ci trovammo a cavallo della ringhiera. Subito pensai: «Ci siamo, adesso ci assaltano». Sbucarono tre uomini, afferrammo la macchina e la mettemmo in strada, ed essi subito sparirono. E così molte altre volte. L’istinto al bene esiste ancora.

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