Commento al Vangelo
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Il giorno del Signore

Domenica 23 febbraio - 7ª domenica Tempo Ordinario - anno A

Noi siamo di Cristo e Cristo è di Dio

Lv 19,1-2.17-18; Sal 102; 1Cor 3,16-23; Mt 5,38-48

Il Vangelo continua a sottoporci il Discorso della montagna di Gesù. Il Signore ci dona un insegnamento nuovo e rivoluzionario rispetto al passato. Dall’accoglienza o meno di questa novità della Parola dipende la nostra vita presente e futura.

Nel brano Gesù ci presenta la misura alta della nostra vita che si realizza nell’amore incondizionato verso tutti, in particolare verso i nemici. Guardando le cose dal nostro punto di vista umano, ci sembra impossibile. Ma noi apparteniamo a Dio e in noi c’è il suo Spirito per cui con la sua grazia diventiamo capaci di vivere e agire secondo il suo progetto d’amore.

Il primo invito di questa Parola è di non opporci a chi ci usa violenza con la sua stessa moneta. Chi si comporta male verso di noi non lo possiamo affrontare con le sue stesse armi, ma con la non violenza: con la serenità e la fermezza, con il perdono, la generosità e l’amore. Sono questi gli atteggiamenti veri che vincono la falsa sicurezza dei violenti.

La disposizione più vera e nuova dell’anima è l’amore. Gesù gli dà un’estensione universale: “Amate i vostri nemici”, tutti, senza esclusione. L’amore è buono e vero perché nasce da Dio che è Amore. Quindi il bene dev’essere più forte del male. L’amore pieno e totale è una forza così grande che elimina ogni male e conquista al bene anche il peggior nemico. Se non siamo convinti di questo ci sbraneremo a vicenda, prima con le parole e poi con i fatti (l’esempio dei 2 cani).

Se il Signore ci chiede questo è segno che è possibile, sorreggendo il nostro impegno con la preghiera. Per questo la meta che ci sta davanti è unica: “Essere perfetti come il Padre vostro celeste”. A questa frase di Gesù fanno eco le parole del libro del Levitico: “Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo” (prima Lettura).

Questa chiamata alla santità viene espressa nell’amore al prossimo: “Non coverai odio contro tuo fratello… non  ti vendicherai e non serberai rancore… ma amerai il prossimo come te stesso”.

Con la seconda Lettura san Paolo ci presenta una prospettiva fondamentale della santità: noi siamo tempio di Dio perché Lui abita in noi. Col peccato distruggiamo in noi il Tempio di Dio. Perché questo non avvenga san Paolo ci invita ad accogliere la Sapienza di Dio. Tutto è nostro!  Siamo chiamati a rivolgere lo sguardo al Regno di Dio, ad assaporare la dolcezza e la profondità della Parola di Dio perché Egli tutto conduce con fermezza verso il traguardo: Dio tutto in tutti, il Paradiso.

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Domenica 23 febbraio - 7ª domenica Tempo Ordinario - anno A
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