Commento al Vangelo
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Il giorno del Signore

Domenica 30 luglio - 17ª domenica Tempo Ordinario - Anno A

A CHI BUSSA SARÀ APERTO «IL REGNO DEI CIELI È SIMILE A...»

1Re 3,5,7-12; Sal 118; Rm 8,28-30; Mt 13,44-52

La Bibbia dice: chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Unica condizione: essere sinceri e perseveranti. Tutti i battezzati hanno bisogno di meditare la Parola di Dio della domenica nel solco della tradizione apostolica, dei Padri della Chiesa e attenti al soffio dello Spirito nell’oggi della Chiesa e per il bene dei popoli.

Diamo un’occhiata ai versetti 44-50: tre parabole brevi che iniziano tutte con la formula “Il Regno dei cieli è simile a...”. L’evangelista ci parla di un tesoro, poi di un mercante che cerca e trova una perla preziosa. Cosa hanno in comune?

Non tanto i particolari, ma il fatto che qualcosa viene ritrovato. Poi si insiste sul “come” uno reagisce dopo aver trovato. Occorre agire subito e rinunciare con gioia a tante cose: ne vale la pena.

Mi soffermo sulla terza, la rete, chiamata nel testo greco “sagene”. Era una specie di rete a strascico più grande del giacchio. Dopo essere stata gettata nel lago, veniva tirata fuori e, dice il Vangelo di questa domenica, «raccoglie ogni genere di pesci» (buoni o inutili, guai tradurre “marci”) cioè ogni essere sott’acqua. Ha un significato escatologico chiaro. Quando inizia questa «fine del mondo»? Fra poco, quando il Signore ti chiamerà, sta tranquillo. Non è un tranello: prima, tutti avranno l’opportunità di ascoltare il Vangelo e convertirsi.

Saremo forse più felici nascondendo la testa sotto la sabbia? Oggi si dice che la felicità si fonda sulla verità e che è impossibile fabbricare la verità o sottometterla ai propri capricci. Ci è donata dall’alto. Insieme alla croce e alla «notte oscura», aggiungo io.

Vorrei ricordare quello che dice il Papa: «La Chiesa oggi assiste a una crisi in atto della società. Mentre l’umanità è alla svolta di un’èra nuova, compiti di una gravità e ampiezza immensa attendono la Chiesa, come nelle epoche più tragiche della sua storia». Parole di San Giovanni XXIII, nel giorno in cui annunciò il Concilio Vaticano II con la bolla Humanae salutis (25.12.1961).

Perché ricordo tutto questo? Domenica 16 luglio, il Signore Risorto ha chiamato al cielo monsignor Luigi Bettazzi: era l’ultimo vescovo italiano, ancora vivo, che aveva partecipato al Concilio. Molti di noi lo hanno avuto professore: lo vedemmo eletto vescovo ausiliare di Bologna nel 1963, all’età neanche di 40 anni. Lo vedemmo giocare con noi nel seminario nuovo, appena un anno dopo in cui il Bologna vinse lo scudetto: siamo nel 1965.

Grazie Signore, per le persone che abbiamo incontrato nella vita.

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