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Comunità Europa

Servirebbe che in Europa la politica uscisse dalla cronaca e da tentazioni nazionaliste, e provasse un balzo in avanti alla ricerca del bene comune. Fare i conti con il contesto internazionale e trovare le soluzioni in grado di evitare o fermare le guerre con i loro carichi di morte senza ritorno

Comunità Europa

Servirebbe che in Europa la politica uscisse dalla cronaca e da tentazioni nazionaliste, e provasse un balzo in avanti alla ricerca del bene comune. Fare i conti con il contesto internazionale e trovare le soluzioni in grado di evitare o fermare le guerre con i loro carichi di morte senza ritorno.

Domenica scorsa, vista in cronaca, è stata ancora una triste giornata. Le notizie dall’Ucraina dicono di fosse comuni oltre che di bombardamenti.

E anche il Mediterraneo si è preso una novantina di persone durante la traversata su barconi, lasciando solo quattro superstiti. Poi arrivano notizie tristi dallo Sri Lanka con tumulti di piazza causati da caro carburanti e inflazione dovuti a crisi ucraina. Papa Francesco, da Malta, ci ha riportati all’essenziale: «Preghiamo ora per la pace, pensando alla tragedia umanitaria della martoriata Ucraina, ancora sotto i bombardamenti di questa guerra sacrilega».

Se siamo Fratelli tutti, infatti, come ci ha recentemente ricordato proprio il Santo Padre, quale giudizio più appropriato di: guerra sacrilega.

Dicevo della politica e in questi giorni mi è giunta in rete una interessante riflessione sul fatto che, prima di una politica di difesa europea (ricordiamo che una simile proposta avanzata da De Gasperi venne bocciata dalla Francia), particolarmente in auge nei dibattiti di questo momento, ci vorrebbe una politica estera europea.

L’emergenza, l’arrivo di profughi, il sapere di gente bombardata a casa propria, ci hanno prontamente portati a gesti generosi di condivisione e ospitalità. Mentre qualcuno, di fronte alla forza russa, chiede la resa degli ucraini; come invece altri, su spinta americana, vorrebbero armarli a puntino. Così però, vincerebbe il non senso.

È possibile analizzare i rapporti di forza nel mondo e su queste basi tentare di costruire una posizione politica fondata sulla fratellanza fra i popoli? Ricordiamo «la ferma convinzione dei Padri fondatori dell’Unione europea - ha scritto papa Francesco nella Fratelli tutti – i quali desideravano un futuro basato sulla capacità di lavorare insieme per superare le divisioni e per favorire la pace e la comunione fra tutti i popoli del continente».

Tra difesa comune e capacità di leggere e vivere i rapporti di fratellanza nel mondo in cui viviamo e per quello che vorremmo, per rafforzare l’Europa comunitaria evitando eccessi nazionalisti, la priorità dovrebbe andare alla seconda.

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