Editoriale
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Quaresima

Fedeli nella fragilità

Saremo capaci di mantenere quella fedeltà che Lui ci propone e che magari siamo anche capaci di sbandierare in ogni circostanza?

Fedeli nella fragilità

«Ecco, io sono con voi» (Mt 28,20). Gesù, il nostro salvatore, ci rassicura sulla sua fedeltà. Ma in Luca 18, 8 ci pone un interrogativo piuttosto imbarazzante: «Ma quando il Figlio dell'uomo verrà, troverà la fede sulla terra?».

E non è un interrogativo generico. Quella domanda può sembrare rivolta al mondo. Di fatto lo è. Ma come non sentire che quella domanda interpella ciascuno di noi. Arriva dritta al cuore di ciascuno di noi. Da Pietro, a tutti noi oggi.

Come non chiederci, allora, se saremo capaci di mantenere quella fedeltà che Lui ci propone e che magari siamo anche capaci di sbandierare in ogni circostanza? Fedeltà che, però, nella quotidianità spesso non ci vien fatto di onorare a pieno.

Per carità, Lui sa che siamo uomini di poca fede. Che siamo capaci di eroicità e, subito dopo, di gesti meno nobili. Siamo creature stupende. Come non pensare che ci ha creati a sua immagine. Eppure, fatichiamo ad amare i fratelli e le sorelle. Possiamo faticare anche all’interno delle nostre case. In famiglia. Nel cammino di coniugi. Talvolta non amiamo una nuova creatura, rifiutandola prima che nasca. E la vecchiaia? Con tutti gli acciacchi che mano a mano emergono e non sempre ci sembrano sopportabili... E quanta fatica per amare i nemici, e come accade in questi giorni, e non solo nel Donbass, lasciamo echeggiare il crepitio delle armi. Quella pace che vogliamo e inseguiamo, come raggiungerla?

Anche oggi Lui è con noi. Ci occorre un po’ di tempo per riscoprirla e giungere alla gioia della Resurrezione. Un po’ di tempo in cui digiunare dal frastuono dei nostri giorni sempre pieni e impegnati. Lo fece anche Gesù ritirandosi nel deserto. Il tempo della Quaresima può aiutarci a riscoprire questa rassicurazione eterna. Lui è con noi. Ci ama e ci usa misericordia, perché sa delle nostre fragilità.

Il mercoledì delle ceneri (2 marzo) la Chiesa ci suggerisce di iniziare questo cammino in cui, riconoscendo la nostra debolezza, chiediamo di ritrovare la forza e la fedeltà a Lui, il nostro Signore. Gesù, sul cammino verso il Calvario, digiuna e prega. Di fronte alla prova delle tentazioni fatica e ha paura della morte che lo aspetta. Ma digiuna e prega. E così fortificato, fedele al Padre, affronta il cammino della nostra redenzione. Imitare Gesù nel digiuno e nella preghiera sia il nostro cammino di Quaresima per riscoprire la nostra fedeltà.

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