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Mondiali e mazzette

Un terremoto nel Parlamento europeo. Chi se lo sarebbe aspettato? È arrivato all’improvviso, nel pieno dei Campionati mondiali di calcio in corso in Qatar. E pare che questi fattacci con il calcio abbiano più di qualcosa in comune

Mondiali e mazzette

Un terremoto nel Parlamento europeo. Chi se lo sarebbe aspettato? È arrivato all’improvviso, nel pieno dei Campionati mondiali di calcio in corso in Qatar. E pare che questi fattacci con il calcio abbiano più di qualcosa in comune. Si parla di quattrini in contanti, tanti tantissimi, nascosti nei trolley e negli appartamenti ( cfr pag. 11 edizione cartacea) come accadeva in Italia ai tempi di Tangentopoli.

Soldi e politica, calcio e malaffare. Tutto da coprire con amicizie e connessioni a vari livelli istituzionali.

Con ong create come alibi, così sembra di capire. Con tutta una rete di relazioni che anziché favorire l’allargamento dell’unione tra Stati avrebbe avuto lo scopo di coprire quello che non funziona. Come ad esempio i tantissimi morti tra quanti hanno realizzato i faraonici stadi nei quali si disputano in questi giorni le ultime partite dei Mondiali. Si parla di 6.500 decessi, una notizia tenuta sotto traccia e sminuita agli occhi dell’Occidente anche grazie, il forse oggi è doveroso, a interventi pilotati di politici, assistenti, amici e conoscenti che avrebbero poi goduto di favori, di mazzette, di viaggi di piacere da mille e una notte.

Non c’è mai pace, si potrebbe dire. Ed è vero, come ricorda spesso papa Francesco che la domanda di continuo per l’Ucraina e per quelle parti nel mondo in cui i conflitti non finiscono mai, come avviene in Sud Sudan. Non c’è tregua nella lotta quotidiana che tutti siamo chiamati a combattere contro il male che ci insidia sempre, in ogni istante delle nostre giornate. È giusto scandalizzarsi. È giusto anche indignarsi e chiedere a gran voce la ricerca della verità. E che si cerchi pure di fare un po’ di pulizia, di rinfrescare l’aria che oggi appare molto inquinata. In tanti cercano di difendere le istituzioni e fanno bene.

Tutti ne avvertiamo il bisogno.

Tuttavia una certa tristezza aleggia tra i cittadini d’Europa e oltre e anche tra i tanti appassionati di calcio che si stanno godendo proprio in questi giorni la favola della nazionale del Marocco arrivata alle semifinali dei Mondiali.

Una squadra, quella africana, che ha suscitato le simpatie di telespettatori in ogni continente, sia per la brillantezza del calcio che esprime, sia per il riscatto che rappresenta.

Quelli che di solito stanno in fondo, per una volta sono davanti. Come a voler dimostrare che si può riuscire.

Che è difficile magari, ma non impossibile. Anche in mezzo a corruzioni da capogiro, un barlume di luce si può ancora intravedere.

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