Editoriale
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Giornata del quotidiano Avvenire e del settimanale diocesano

Parliamone insieme

Domenica 3 novembre si celebra in Diocesi la Giornata del quotidiano Avvenire e del settimanale diocesano (cfr. pag. 7 edizione cartacea). Un’occasione importante per riflettere sul mondo dei mass media e su quanto ci viene rovesciato addosso in un’epoca in cui la comunicazione è incessante.

Parliamone insieme

Saper distinguere le scelte umane da quelle disumane. Il bene dal male, il grano dal loglio. Cercare di comprendere, capire, interpretare per aiutare a contestualizzare le notizie e dare loro una gerarchia. Non tutto è uguale e neppure tutto è vero e credibile. Il ruolo del giornalista è proprio questo. Non raccontare favole, ha detto papa Francesco ai membri dell’Ucsi ricevuti in udienza qualche settimana fa.

È proprio quello che qui tentiamo di incarnare ogni settimana mettendo mano al giornale cartaceo e ogni giorno quando prendiamo parte minuto per minuto al flusso informativo che arriva in Rete. Domenica 3 novembre si celebra in Diocesi la Giornata del quotidiano Avvenire e del settimanale diocesano (cfr. pag. 7 edizione cartacea). Un’occasione importante per riflettere sul mondo dei mass media e su quanto ci viene rovesciato addosso in un’epoca in cui la comunicazione è incessante.

Anche per questi motivi le Chiese in Italia investono da lungo tempo sugli strumenti della comunicazione sociale. Non uno sfizio e neppure un’esibizione di potere. Bensì una necessità, un luogo da abitare con una propria originalità e con un’attenzione al rispetto delle persone e della loro dignità che deve contraddistinguere un modo di fare giornalismo che ormai, purtroppo, si vede sempre più di rado.

Bergoglio invita gli addetti ai lavori a costruire comunità di pensiero. Benedetto XVI nel 2006, in un’udienza riservata ai direttori dei giornali diocesani, ci invitò a realizzare giornali di popolo, cioè della gente, capaci di dare voce a chi non ce l’ha, come ha ripetuto anche Francesco in diverse occasioni. Strumenti in grado di leggere i segni dei tempi. Non, quindi, avulsi dalla realtà, ma inseriti a pieno titolo nella società locale della quale vorrebbe essere strumenti a servizio di un dialogo schietto e di un confronto aperto.

Da queste riflessioni abbiamo tratto gli slogan per la nostra nuova campagna abbonamenti che prende il via da questa settimana. “Per creare ponti, parliamone insieme”, dalle colonne di questo giornale, qui posso aggiungere. Nessuno ha risposte definitive. Tutti siamo alla ricerca. Noi tentiamo di essere “una voce locale con sguardo globale, nella piazza dell’informazione”. Non da oggi e neppure da ieri, ma ormai da 110 dieci anni, tanto è lunga la storia di questo periodico.

“Per la Chiesa la comunicazione è una missione”, ricordava il Santo Padre qualche giorno fa ai membri del Dicastero per la comunicazione. Una missione particolare, ma pur sempre una missione. Non un lusso, ma un’opportunità perché “ogni talento deve essere ben speso e fatto fruttare”.

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