Editoriale
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Rischio strabismo

Il clima è importante e non depauperare la madre terra forse lo è ancora di più. Ma difendere la casa comune non avrebbe senso se non tenesse conto di chi la abita.

Rischio strabismo

L’ecologia o è integrale o rischia lo strabismo. Sì, perché ormai tutto è connesso e tutto è collegato. Non si può fingere di non saperlo.

L’enciclica di papa Francesco Laudato si’ ha fatto scuola. Ha lasciato il segno. È stata presentata ovunque. Se ne è parlato nelle istituzioni più importanti del mondo. Se ne parla nelle famiglie, nelle scuole, nelle parrocchie. Ne parlano i giovani, magari non avendo coscienza che quel che loro reclamano per un futuro migliore, Bergoglio lo ha già detto a chiare lettere e nei vari continenti.

La manifestazione di venerdì scorso per la salvaguardia del pianeta chiama in causa la generazione degli adulti. Gli adolescenti questa volta ci hanno messo in buca. Ci hanno anticipato. Ci hanno anche spiazzato. Ci sarà molto da migliorare, anche per questi ragazzi del nuovo millennio. Intanto, però, hanno messo un piede in mezzo alla porta e la loro voce è arrivata ai massimi livelli e ha inciso nell’opinione pubblica.

Il clima è importante e non depauperare la madre terra forse lo è ancora di più. Se i cambiamenti climatici non dipendono se non in minima parte dall’azione dell’uomo, come sostengono diversi scienziati tra cui il noto fisico Antonino Zichichi, è pur vero che per quanto attiene all’inquinamento tutti quanti ci mettiamo del nostro. Qui, allora, si può lavorare. Si può creare una coscienza più attenta alle abitudini quotidiane. Si può agire sulla mentalità, con un’attenzione al bene di tutti più che a quello individuale.

Ma difendere la casa comune, come ricordavo anche qualche settimana, non avrebbe senso se non tenesse conto di chi la abita. Non ci si può battere per l’eliminazione della plastica che inquina gli oceani e tacere quando si tratta di difendere la vita umana, in tutte le fasi dell’esistenza e nelle diverse situazioni. Non si può invocare la dolce morte. Nessuno può avere questo diritto. Chi è padrone della propria vita e può chiedere di qualcuno che ne decreti la fine? Non è forse un insulto alla professione medica? Si può rimanere indifferenti verso quanti rischiano di perdere la vita in mare nelle traversate di fortuna in mezzo al Mediterraneo?

Ho in mente la Giornata mondiale del migrante di domenica scorsa. Ho in mente la sentenza della Corte costituzionale che ha fatto breccia e rischia di aprire un varco verso l’eutanasia. Ho in mente anche i cortei a Cesena, in Italia e nel mondo per la salvaguardia del nostro pianeta. Ho in mente questa ecologia integrale che tiene insieme l’uomo, tutto l’uomo, uno e miliardi di uomini e donne al tempo stesso. O avremo questo sguardo capace di accogliere il bene dell’altro o rischieremo sempre di dividerci tra chi si ritiene più bravo del suo vicino che la vede in maniera diversa.

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