Teatrino interno

La persona è poliedrica. Dentro di noi ci sono più parti autonome. Alcuni psicoanalisti descrivono il mondo interno come una rappresentazione teatrale.

Freud ha tentato di individuare i “personaggi” che agiscono in ciascuno di noi. Ha diviso il nostro apparato psichico in tre parti. Primo fra tutti l’Io: collegato al mondo esterno che si estende per buona parte dell’intera personalità. L’Io rappresenta la ragione.

Poi ha individuato l’Es: dove risiedono affastellati gli impulsi irrazionali, quelli che chiama pulsioni. Infine c’è il Super-Io, esso racchiude da un lato i valori etici dell’individuo, e dall’altro ne osserva, giudica, approva o punisce la condotta. Sostanzialmente nel Super-Io vi sono i dettami genitoriali e le regole sociali.

Queste tre parti sono spesso in conflitto tra loro. L’equilibrio della persona si mantiene grazie a una comunicazione tra queste parti. Nel suo celebre saggio l’Io e L’Es Freud scrive che l’Io è il cavaliere, che deve cercare di tenere a freno il suo cavallo ribelle, l'Es, e lottare contemporaneamente contro uno sciame di api infuriate, il Super-io, che gli ronzano intorno.

Esposto alle angosce legate a questi pericoli, l’Io, secondo Freud, è un negoziatore assediato, tutt’altro che onnipotente, che cerca una mediazione tra le forze che lo minacciano e che si combattono tra loro.

Lo scopo dell’Io è quello di effettuare una buona mediazione tra Es e Super-Io per non rischiare di soccombere: «alla tentazione di diventare servile, opportunista e bugiardo, un po' come un uomo di Stato che pur essendo consapevole di come stanno effettivamente le cose, intende comunque conservarsi il favore della pubblica opinione».

Se riusciamo a seguire questo battagliare che c’è in noi, non soltanto vivendolo ma arrivando ad assisterlo come spettatori di noi stessi, «restiamo perpetuamente a teatro», scriveva Cesare Musatti. Nel nostro teatrino interno.