Psicologia quotidiana
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Una lettera che diventa fiaba di Natale

Il Natale, metafora del “grande compleanno universale”

Nel dicembre 1907, pochi giorni prima di Natale, Louise Andreas Salomé, psicoanalista di origine russa, scrisse una lettera destinata a due bambini, figli di una cara amica.

L’autrice si trovava a Gottinga, i due bambini a cui si rivolgeva, Schnuppi e Bubi, si trovavano invece a Berlino.

Questa lettera si trasforma gradualmente in una fiaba che, per le stratificazioni di significato contenute, può tutt’oggi essere letta da grandi e piccini.

Nel racconto, una giovane donna si incammina per comprare le candele con cui decorare l’albero di Natale.

Il paese risplende di luci, i bambini scrivono letterine e fanno domande.

La scrittrice accoglie gli interrogativi dei bambini cercando di soddisfare la loro curiosità, e con il racconto li educa a porsene altri.

Attraverso l'interrogarsi, i bambini scopriranno il gusto della conoscenza.

Così il Natale, metafora del “grande compleanno universale”, per Louise Andreas Salomé diviene «l’occasione per affrontare le questioni poste dai bambini circa il mondo e la conoscenza, la nascita e l’esistenza».

Anche noi questo Natale raccontiamo ai nostri bambini delle fiabe, accresciamo in loro il desiderio di afferrare la vita attraverso ricerche ed esplorazioni e, noi adulti, cerchiamo di riscoprire il piacere e il valore dell’esperienza educativa.

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