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Non c'è crisi per i media digitali, ma cresce anche la stanchezza

Il Rapporto 2022 del Censis, sulla situazione sociale del Paese, è implacabile nel fotografare un’Italia “post- populista e malinconica”, stretta fra la pandemia non definitivamente sconfitta, la guerra alle porte dell’Europa, l’inflazione galoppante, la morsa energetica

Non c'è crisi per i media digitali, ma cresce anche la stanchezza

Puntuale come ogni anno, all’inizio di dicembre è stato presentato il Rapporto 2022 del Censis sulla situazione sociale del Paese, implacabile nel fotografare un’Italia “post- populista e malinconica”, stretta fra la pandemia non definitivamente sconfitta, la guerra alle porte dell’Europa, l’inflazione galoppante, la morsa energetica.

“E la paura straniante di essere esposti a rischi globali incontrollabili”, come spiega la sintesi presentata alla stampa.

Con l’ingresso in una nuova età dei rischi – rilevano i ricercatori del Censis – è partita la corsa a un “vaccino” che immunizzi dai pericoli incombenti.

Ma i tempi sono profondamente cambiati: ci muoviamo “su un ottovolante di eventi” senza però poter contare sulla consolazione offerta dalle radiose promesse tipiche della modernità, in cui l’uomo restava al centro del mondo. Il nuovo paradigma lo ha scalzato da lì, sostituendolo con la sostenibilità ambientale.

Neppure la fede nel progresso tecnologico, che è certamente la religione più professata del terzo millennio, sembra essere di conforto: l’«io» continua a esprimere sé stesso attraverso i dispositivi digitali – afferma il Rapporto – ma è “malinconicamente costretto a confrontarsi con i propri limiti quando si tratta di governare il proprio destino”.

Il capitolo sulla comunicazione è fra i più interessanti. Gli italiani hanno particolarmente apprezzato le opportunità offerte dalle tecnologie digitali in questi anni di pandemia: questi fedeli compagni di vita hanno permesso di provvedere alle proprie necessità, hanno aiutato a mantenere le relazioni sociali, a lavorare o a studiare.

Hanno anche portato a scoprire cose nuove e inaspettate. La conferma di tale favore viene dal continuo rialzo della spesa per l’acquisto di telefoni cellulari, computer e relativi accessori, che nell’ultimo anno si è attestata su un ammontare prossimo agli 8 miliardi di euro, mentre la spesa per libri e giornali è crollata del 37%.

Più della metà degli italiani, però, dichiara che adesso si sente stanco dell’uso continuo dei media elettronici e vorrebbe “staccare la spina”.

I dispositivi digitali fanno perdere troppo tempo, riconosce il 32% degli italiani, la stessa percentuale di quelli che avvertono il bisogno di connettersi continuamente.

E c’è anche un 23%, quasi un italiano su quattro, che dichiara di non riuscire a disconnettersi mai.

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