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lutto in paese e non solo

Calisese. Il funerale di Michael Mazzini, 15 anni, affetto dalla sindrome di Hunter

Ha presieduto la Messa il vescovo Douglas di cui pubblichiamo l'omelia integrale

Nella foto, Michael Mazzini

Si sono svolti oggi pomeriggio i funerale di Michael Mazzini, 15 anni, il ragazzo affetto dalla sindrome di Hunter di cui parlammo anche su queste colonne nel marzo 2020, in pieno lockdown. La mamma, Romina Nunziativi, si batteva per poter avere la consueta e necessaria terapia settimanale a domicilio, viste le ristrettezze applicate in ospedale a motivo del Covid-19 e i pericoli di contagio anche per lo stesso Michael. 

In chiesa e fuori, oggi a Calisese, c'era tantissima gente, come forse non se ne è mai vista, ha riferito il parroco don Stefano Pasolini che 15 anni fa battezzò Michael e in seguito lo ha accompagnato per la preparazione di tutti i sacramenti. Tra i numerosi fedeli anche moltissimi giovani e ragazzi, in particolare amici del paese e di scuola, Ragioneria a Cesena, dove Michael frequentava la seconda. Tanti anche gli insegnanti e poi amici da ogni parte d'Italia, perché Michael, con la sua breve vita "era stato capace di attrarre il mondo. Un vero mistero", commenta don Stefano che ricorda anche l'incontro di Michael e di tutta la sua famiglia con papa Francesco, in piazza del Popolo, il primo ottobre del 2017. 

Il vescovo Douglas, durante l'omelia che pubblichiamo integralmente di seguito, ha ricordato che Michael, durante la sua esistenza durata solo 15 anni è stato capace di muovere tanti gente attorno a lui, amici, associazioni, conoscenti... e ha trovato attorno a sé tanto affetto. Ora è avvolto dalla presenza di Cristo. 

Al termine della Messa, un amico dei genitori, Ermes Francisconi, ha letto il testo scritto dal padre di Michael, Gianni, a nome della famiglia. Prima di tutto un grazie al vescovo Douglas, alla comunità parrocchiale, a parenti e amici, alle varie associazioni del paese e a tutte quelle che "abbiamo conosciuto nel nostro percorso di genitori, e agli amici e compagni di Michael". Poi un grazie ai tanti per la vicinanza nei giorni del dolore e per la grande quantità dei messaggi di cordoglio. Il ringraziamento per la mamma Romina che "ha sempre lottato e combattuto per il bene di Michael e lo ha nutrito di un amore puro e incondizionato". Poi un grazie per la sorella Alessia che lo ha "accompagnato nelle sue esperienze di bambino e adolescente ed è sempre stata presente e vicina fino all'ultimo respiro". Un grazie è andato anche alle nonne, Gabriella e Pierina, "due pilastri della nostra famiglia".

Alcune righe sono state dedicate in maniera diretta a Michael. "Vogliamo pensarti lassù - hanno scritto i genitori Gianni e Romina - tra gli angeli, libero di correre e cantare. Ma soprattutto vogliamo credere che tu possa aiutare ognuno di noi nelle difficoltà quotidiane, semplicemente ricordandoti con una preghiera, in quanti ti hanno conosciuto nella tua diversità, nel tuo modo di comunicare con urla e risate fragorose e contagiose".

"A volte, a tuo modo - è stato letto ancora - hai saputo seminare un pensiero, un'emozione nel cuore di tutti noi. E le tante persone che sono qui oggi per l'ultimo saluto sono la dimostrazione del bene che ti vogliono e che te ne hanno voluto da quando hanno avuto l'occasione di incontrarti. Lasci un vuoto incolmabile nei nostri cuori. Ti vogliamo un mare di bene. Fai un buon viaggio, nostro piccolo guerriero".

Omelia del vescovo Douglas al funerale di Michael (Calisese di Cesena, 14 ottobre 2022)

L’ABBRACCIO

Nonostante i pochi anni di vita che il Signore ha concesso a Michael, quindici, la Provvidenza in mezzo a tante tribolazioni e sofferenze, ha permesso che attorno a lui fiorisse una grande solidarietà, segno dell’amore di tanti che hanno condiviso, come in un caldo abbraccio, la sua giovanissima esistenza.

Anzitutto l’abbraccio della sua famiglia, della mamma e del papà, della sorella, delle nonne e dei aprenti, ai quali in quest’ora di grande prova siamo vicini con la nostra preghiera, l’affetto e la stima.

Poi l’abbraccio degli amici, dei compagni di scuola, degli insegnanti e degli educatori che non gli hanno fatto mai mancare, oltre al solerte servizio educativo e sanitario per curare la rara malattia che lo aveva colpito, anche e soprattutto il calore dell’amicizia.

Poi l’abbraccio di tanti volontari appartenenti ad associazioni diverse. Tutti, a vario titolo, hanno manifestato per lui vicinanza, interesse e solidarietà.

Poi l’abbraccio della comunità parrocchiale che ora, con il suo parroco, si stringe forte attorno a lui e alla sua famiglia per donare – anche senza parole, ma con la presenza - il conforto della fede e il sostegno spirituale così necessario per attraversare le tempeste della vita.

Infine, per ultimo, ma non ultimo, avvolge Michael l’abbraccio del Signore, di Gesù, che non è mai venuto meno da quando a Michael è stato fatto il dono della vita. Egli, il Signore, come ci ha ricordato il salmo “protegge i piccoli” (Sal 116, 6). I piccoli sono da Lui preferiti e amati di un amore speciale perché deboli e fragili. Ma non solo: oso affermare che, seguendo la parola del Vangelo appena proclamata (cfr Mt 25, 31-46), Egli, il Signore, si è identificato coi piccoli: “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25, 40). Un abbraccio, quello del Signore, così forte e intenso tale da realizzare una vera identificazione, perché l’amore, l’amore vero, “cerca sempre la rassomiglianza” (S. Carlo de Foucauld). Michael, piccolo e fragile, giovane e debole: icona di Cristo!

“POI QUELLI CHE SONO DI CRISTO”

Per questo l’apostolo nella prima lettura (cfr 1Cor 15, 20-24a.25-28) ha portato alle estreme conseguenze questa verità, quando ci ha detto: “Come in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno però al suo posto: prima Cristo che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo” (1Cor 15, 22-23).

“Quelli che sono di Cristo” lo seguono immediatamente in questo cammino verso il Cielo, patria di tutti. Chi può essere di Cristo se non colui che – qui in terra - ne è stato icona, immagine, col quale Cristo stesso si è identificato?

Amiamo pensare così Michael, dietro a Cristo, nell’atto di entrare nella sua gloria. Ed entrato nel Cielo, dal Cielo, ci protegge tutti.

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Calisese. Il funerale di Michael Mazzini, 15 anni, affetto dalla sindrome di Hunter
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