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Carcere

"Carcere, cultura, libertà" in Biblioteca Malatestiana

Tavola rotonda e mostra fotografica organizzate dal nostro giornale. Appuntamento domani, giovedì 5 ottobre, dalle 17

Foto tratta dalla mostra di Giampiero Corelli

“Carcere, cultura, libertà”. In quest’ordine: la cultura come via di uscita dagli istituti di pena. Non poteva che avere questo tema il convegno, organizzato dal nostro settimanale assieme alla Biblioteca Malatestiana e in programma domani, giovedì 5 ottobre, alle 17. L’idea è mettere a fuoco il ruolo della cultura, nelle sue diverse forme, nell’umanizzazione dell’esperienza carceraria. Tra i relatori, il sindaco di Cesena, Enzo Lattuca, don Gino Rigoldi, da oltre 50 anni cappellano del carcere minorile Beccaria di Milano, la direttrice della casa circondariale Dozza di Bologna, Rosa Alba Casella, il garante per i diritti dei detenuti di Reggio Calabria, Giovanna Francesca Russo ed Enrico Amati, docente di Diritto penale a Udine.

L’incontro, che si terrà nell’Aula Magna della biblioteca, è organizzato in collaborazione con il Comune di Cesena, la Diocesi di Cesena- Sarsina, l'ordine degli avvocati di Forlì-Cesena, il Rotary club di Cesena, Urcofer, Ipazia Libere Donne, Fisc Emilia- Romagna e Ucsi Emilia-Romagna.

A moderarlo sarà il direttore del nostro giornale, Francesco Zanotti. Un intenso pomeriggio che si concluderà con l’inaugurazione della mostra del fotoreporter ravennate Giampiero Corelli “Domani faccio la brava. Donne e madri nelle carceri italiane”, frutto di un reportage durato due anni con racconti inediti delle detenute di tredici istituti di pena femminili italiani, da Rebibbia alla Dozza di Bologna, dalla Giudecca (Venezia) a Messina, Reggio Calabria, Trani, Torino e Palermo: l’ultima parte di una lunga indagine iniziata più di vent’anni fa. Nel fotoracconto di Corelli «non ci sono buone o cattive - scrive Renata Ferri nel libro della mostra - ma semplicemente donne recluse: a ognuna la sua colpa, per tutte la costrizione». Una collezione di ritratti di donne in carcere, si legge ancora nella presentazione: «Sono storie di donne assassine. Hanno ucciso per caso, per sbaglio. Si sono pentite e mai assolte. Tutte consapevoli di aver commesso un errore o tanti. Fuori c’è il passato: figli lasciati e figli che le hanno ripudiate. In entrambi i casi il dolore taglia la carne, incide l’anima. Storie che si somigliano. Storie da immaginare oltre la periferia, dove la città sprofonda in luoghi senza nome, dietro ai muri perimetrali delle case circondariali, pensate per infliggere e costruite per privare».

La mostra negli spazi della Malatestiana è visitabile fino al 5 novembre. L'ingresso è libero. Orari di apertura: lunedì 14-19, da martedì a sabato 9-19 e domenica 15-19.

Per informazioni: 0547 610892.

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