Lavoro nero
Confartigianato di Cesena torna a parlare di abusivismo. "Il fenomeno si aggrava"
Il sommerso non risparmia nessuno, secondo uno studio di Confartigianato è aumentato del 9 per cento negli ultimi 4 anni

Allarme abusivismo nel settore dell'artigianato dove il fenomeno si aggrava.
Da anni con tante iniziative, e con un lavoro di pressione sistematico nei confronti degli interlocutori istituzionali, Confartigianato Federimpresa Cesena denuncia il fenomeno imperante dell’abusivismo anche nel variegato settore dell’artigianato, così come a livello nazionale fa con grande impegno la nostra Confederazione.
Il fenomeno sta peggiorando, purtroppo.
“Quasi 4 milioni di ‘fantasmi’ - denuncia il Gruppo di presidenza Confartigianato di Cesena formato da Lorena Fantozzi, Stefano Ruffilli e Marcello Grassi - si aggirano per l’Italia, invisibili per il fisco e per le leggi dello Stato, ma molto pericolosi per gli imprenditori e per tutta la nostra economia. Sono gli operatori abusivi che popolano il sommerso, quel mondo parallelo in cui non esistono regole e che produce danni ingenti alle casse dello Stato, alle imprese regolari, ai consumatori. A denunciare la grave situazione è uno studio di Confartigianato secondo il quale l’economia sommersa è un fenomeno in crescita: in quattro anni il valore aggiunto creato dal lavoro irregolare è aumentato di quasi il 9% e il numero degli operatori abusivi è lievitato del 2,5%. Si tratta di percentuali valide anche per il nostro territorio cesenate, provinciale e romagnolo".
Una grave minaccia che si annida ovunque e colpisce soprattutto i piccoli imprenditori: secondo Confartigianato, infatti, sono 850.000 le aziende artigiane esposte ai pericoli della concorrenza sleale degli abusivi. I settori più toccati dalla sleale concorrenza abusiva sono quelli delle costruzioni, dei servizi alla persona, dei trasporti e della ristorazione".
Abusivismo significa anche contraffazione. E Confartigianato mostra che il mercato dei falsi produce un danno di quasi 9 miliardi di euro per l’economia del nostro Paese. A risentirne maggiormente sono le imprese della moda e delle dei prodotti farmaceutici.
"Le attività abusive e il sommerso - conclude il Gruppo di presidenza Confartigianato - non risparmiano nessuna regione d’Italia, ma nel Mezzogiorno il problema è decisamente più grave: la classifica territoriale vede infatti, Calabria, Campania e Sicilia nelle prime tre posizioni per il tasso più alto di lavoro irregolare, che supera la quota del 20 per cento del totale regionale. Ma anche nel nostro territorio l’allarme è alto. E non bisogna più perdere tempo nella lotta senza quartiere agli abusivi".
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