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emergenza sanitaria, sociale ed economica

Coronavirus, Cisl, Cgil e Uil: "Dai sindaci poche risposte"

I tre segretari dell'ambito cesenate contro i "provvedimenti annunciati sui social, nella stampa, decisi in maniera unilaterale", senza concertazione

foto archivio

In un comunicato congiunto, i segretari generali di Cisl Romagna, Cgil Cesena e Uil Cesena rivendicano il proprio ruolo attivo in "questi mesi di grande difficoltà, a causa dell’ emergenza sanitaria".

"Governo delle situazioni, proposte e capacità di sintesi sono state praticate quotidianamente - scrivono i sindacati - in un contesto in cui l’emergenza sanitaria da Covid-19 ha e sta completamente modificando lo scenario economico e produttivo del nostro territorio, così come noi lo abbiamo sempre conosciuto".

"Alla data del 30 aprile - fanno sapere Cisl, Cgil e Uil - le nostre categorie hanno sottoscritto 2.463 accordi che tutelano, attraverso l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, 25.441 lavoratrici e lavoratori". Numeri definiti "molto preoccupanti che porteranno alla luce bisogni sociali maggiori", per cui "serviranno strumenti, anche innovativi, per contenere le nuove povertà. Bisogni sociali che devono trovare le giuste ed eque risposte".

"Tanti sono i temi che, come organizzazioni sindacali, abbiamo proposto a tutte le Amministrazioni locali - aggiungono i sindacati - ma purtroppo le risposte sono state poche, troppo poche per non dire zero. L’ atteggiamento dei sindaci non lo comprendiamo e non lo condividiamo: è un comportamento ingiustificabile che ci riporta a quando la politica si sottraeva al confronto con le parti sociali, atteggiamento che abbiamo sempre “criticato”, sia nel metodo che nel merito".

"In queste settimane - lamentano Cisl, Cgil e Uil - sono diversi i provvedimenti annunciati dai sindaci sui social, nella stampa, decisi in maniera unilaterale con gli strumenti dati dai vari decreti nazionali. Una cosa molte semplice si poteva fare. Ed è lo spostamento dell'Imu".

Altro capitolo critico "le famiglie con minori da zero a tre anni. La riapertura delle attività produttive non può escludere ragionamenti di come si riorganizza il welfare territoriale, perché il rischio è che a pagarne le conseguenze siano soprattutto le donne. Il territorio rischia di tornare indietro di cinquant'anni, quando la donna era addetta al lavoro domestico e di cura, mentre l’uomo procacciava il reddito". Da qui la richiesta: "vanno individuate subito regole e strumenti che consentano di non estromettere le donne dal mercato del lavoro".

Riguardo all'Imu va detto che proprio nella diretta Facebook odierna, il sindaco di Cesena Enzo Lattuca ha annunciato l'intenzione di "azzerrare le sanzioni" per chi pagherà l'imposta in ritardo, rispetto alla scadenza del 16 giugno prossimo (vedi notizia richiamata a lato).

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