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Crisi idrica. Le virtù delle casette dell'acqua

Sono in previsione nuovi punti di erogazione, tra cui Mercato Saraceno, Sarsina, Bagno di Romagna, Bulgaria, Fiumicino e Villamarina di Cesenatico

Foto Marco Rossi

Dalla prima comparsa delle casette dell’acqua a Cesena, quando correva l’anno 2011 con la nascita di quella di via IV Novembre, di strada ne è stata fatta. Per molti cittadini cesenati, che ora possono contare su tre punti per il ritiro di acqua naturale gratuita e quella frizzante a pagamento (5 centesimi al litro), ormai è un'abitudine consolidata recarsi a far rifornimento almeno una volta a settimana. Oltre al punto posto tra il Ponte Vecchio e il Ponte del Risorgimento, ne sorgono altri a Case Finali (via Moretti) e San Giorgio (via Montaletto), 80 in tutta la Romagna.

“Le case dell’acqua sono state realizzate da Adriatica Acque - ricorda Alberto Sebastiani, direttore dell’azienda del Gruppo Italbedis - su volontà dei sindaci, in collaborazione con le proprie società pubbliche partecipate, protagoniste nella gestione del ciclo idrico integrato (Gruppo Hera, Romagna Acque e Unica Reti). Questa iniziativa ha avuto negli anni un grande successo, testimoniato dai consumi e dalla continua richiesta da parte dei cittadini di nuove installazioni nei quartieri”. Da un lato ne giova il portafoglio, dall’altro anche un minor inquinamento con una riduzione dell’utilizzo delle classiche bottiglie di plastica. Secondo una stima del Wwf, nel Mar Mediterraneo vengono scaricate ogni anno circa 570 mila tonnellate di plastica. Anche il territorio locale dà il proprio contributo in termini ambientali con un risparmio complessivo, dalla costruzione di ogni casetta, di 1.014.075 euro in via IV Novembre, 649.519 a Case Finali e 539.620 a San Giorgio. Il totale comprende le somme inerenti allo smaltimento del Pet della bottiglia, alla propria produzione con i chilogrammi di anidride carbonica emessi e i litri di petrolio necessari alla composizione, al trasporto dei Tir con annesso il carburante e i costi inerenti lo svuotamento dei cassonetti pubblici.

Guardando i primi cinque mesi del 2022 in centro città a Cesena sono stati erogati 105.655 litri, mentre a Case Finali 114.259 e a San Giorgio 98.189. Attive 24 ore su 24, sette giorni su sette, le casette erogano acqua dopo un processo fatto da “filtri meccanici che trattengono le impurità in sospensione presenti nelle tubazioni come sabbia, ruggine, limo. Inoltre è migliorata la qualità e il gusto dell’acqua erogata trattenendo il cloro, i suoi derivati e l’eventuale presenza di metalli pesanti”. Per garantire un corretto processo, non manca la manutenzione. “Ogni casa dell’acqua ha un proprio piano di autocontrollo Haccp condiviso con le Ausl territoriali, le quali sono avvisate di ogni nuova installazione attraverso una notifica sanitaria. I passaggi di manutenzione e pulizia sono settimanali, le sanificazioni mensili. Vi è un numero verde gratuito a disposizione degli utenti per necessità e segnalazioni”.

Con le ultime gocce di pioggia cadute nel Cesenate tra il 9 giugno, 29 e 6 maggio, se dovesse prolungarsi la siccità, si può ipotizzare una chiusura temporanea delle casette? “In questo caso sarà il Comune a doverci dare questo tipo di comunicazione - risponde Sebastiani - e non potremo che prenderne atto. La speranza, sentendo i commenti degli addetti ai lavori, è che attualmente in Romagna la situazione è sotto controllo”.

Al vaglio ci sono anche una decina di nuovi punti di erogazione, tra cui Mercato Saraceno, Sarsina, Bagno di Romagna, Bulgaria, Fiumicino e Villamarina di Cesenatico. “Metteremo in fila tutte le richieste, anche se i tempi per realizzare i progetti sono lunghi”, i lavori quindi non partiranno prima dell’inizio del 2023. Inoltre presto Cesena, ultima città con l’acqua naturale ancora gratuita rispetto agli altri comuni, potrebbe vedersi uniformare il costo pareggiando l’importo di quella frizzante. “Non ci saranno variazioni nel prezzo nel 2022 - conclude il numero uno di Adriatica Acque -. I costi di gestione aumentano e ha senso creare le casette dell’acqua se sono autosostenibili, anche per disincentivare gli sprechi”.

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